Ricordo del Prof. Salvatore Caponetto
di Massimo Rubboli
Il 7 ottobre 2007 ha concluso “il buon combattimento” il fratello Salvatore Caponetto. Nato nel 1915 a Catania, dove iniziò la sua lunga vita cristiana nella Chiesa battista, Caponetto insegnò nei licei di Catania, Vibo Valentia e Pesaro. In quest’ultima città fece parte della locale Assemblea dei fratelli, con la quale mantenne sempre rapporti fraterni e che continuò a visitare durante le vacanze estive per il resto della sua vita.
Trasferitosi a Firenze nel 1962, fu prima preside del Liceo “Duca d’Aosta” e poi docente di Storia moderna all’Università di Firenze. In questa città, scelse di aderire alla Chiesa valdese nella quale è stato per molti anni membro del concistoro.
La sua attività di studioso si è concentrata sulla storia della Riforma in Italia, che proprio grazie alle sue lunghe e accurate ricerche in archivi italiani e stranieri è stata in gran parte ricostruita, contro tutti i tentativi che erano stati fatti, anche a livello storiografico, per negarne addirittura l’esistenza! Fra le sue molte opere, segnaliamo: Aonio Paleario e la Riforma protestante in Toscana (Claudiana, Torino 1979), La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento (Claudiana, Torino 19972; trad. inglese: The Protestant Reformation in Sixteenth-Century Italy, Sixteenth Century Journal Publishers, Kirksville, MO, 1999), Melantone e l’Italia (Claudiana, Torino 2000) e Il calvinismo del Mediterraneo (Claudiana, Torino 2006), che esamina la diffusione del calvinismo anche in Francia e in Spagna.
Ha curato l’edizione critica dell’opera di Benedetto da Mantova, Il Beneficio di Cristo. Con le versioni del secolo XVI. Documenti e testimonianze (Sansoni, Firenze - Newberry Library, Chicago, 1972), dell’opera di Aonio Paleario, Dell'economia o vero del governo della casa (Olschki, Firenze 1983) e della traduzione in italiano che Ludovico Castelvetro fece nel 1532 dei Loci communes di Melantone, pubblicata sotto il titolo I principii de la theologia (Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, Roma 1992).
In occasione della sua emeritazione, il Dipartimento di Storia dell’Università di Firenze ha curato la pubblicazione di un volume che raccoglie molti suoi saggi e articoli, Studi sulla Riforma in Italia (Firenze 1987).
Il funerale si è svolto martedì, 9 ottobre, alle ore 16 nel tempio della Chiesa valdese di Firenze.
Salvatore Caponetto e il Centro Culturale Protestante
di Marco Ricca
Storico insigne, studioso della Riforma in Italia, educatore, predicatore, Salvatore Caponetto ha dato molto anche al Centro Evangelico di Cultura, diventato poi Centro Culturale Protestante “Pier Martire Vermigli”. Fin dal tempo dell’Unità d’Italia la presenza protestante a Firenze ha operato su due direttrici:
-l’evangelizzazione intesa come predicazione e testimonianza;
-la promozione culturale.
Nei primi anni 60 dell’ 800 Firenze diventò sede della Scuola Teologica Valdese,della Società dei Trattati Religiosi con la sua Tipografia Claudiana e del Comitato Valdese per la Evangelizzazione.Nel 1865 venne costituita,sempre a Firenze,una Associazione Giovanile con finalità anche culturali.Nel 1879 fu fondato il “Circolo Evangelico Fiorentino”che aveva,tra i suoi programmi,l’insegnamento gratuito di francese,inglese,tedesco e stenografia; gestiva una biblioteca circolante;organizzava conferenze di carattere religioso, storico, letterario. Da allora, e fino all’avvento del Fascismo, Firenze ha visto la nascita di Circoli e Organizzazioni Culturali per iniziativa di varie Chiese (Valdese, Fratelli, Metodista, Battista, Riformata Svizzera) e di numerose missioni, prevalentemente anglofone: circoli, comitati, iniziative che hanno avuto attività anche intensa ma non lunga vita. Essi, comunque, hanno contribuito alla multiforme presenza ed alla piena visibilità del mondo evangelico a Firenze tra il 1860 e l’avvento del fascismo, le cui leggi di P.S. hanno poi determinato l’annullamento di tutte le Associazioni e Organizzazioni similari,comprese quelle evangeliche.
Dopo la guerra, negli anni ’50 il Consiglio dei Pastori ravvisò l’opportunità di dar vita ad un Centro Evangelico di Cultura (C.E.C.), denominazione nel cui ambito furono tenute alcune conferenze pubbliche, parte delle quali nel Palagio di Parte Guelfa. Successivamente, fu dato incarico, prima al pastore Piero Bensi e successivamente al pastore Luigi Santini-di dare un assetto organizzativo stabile al C.E.C. inteso, quest’ultimo, come espressione del Consiglio dei Pastori che ne avrebbe definito le finalità e diretto l’attività.(da Documenti inediti sull’Evangelismo a Firenze di Cola Rienzo Mannucci).
Dall’inizio degli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’90 il C.E.C. ha visto l’impegno generoso dei pastori Luigi Santini e Alfredo Sonelli ma ha avuto nella persona del Prof. Salvatore Caponetto il suo sostenitore più convinto, tenace e lungimirante. Fin dall’inizio, Caponetto aveva compreso la potenziale importanza del C.E.C. sia quale strumento di reciproca conoscenza e collaborazione tra le denominazioni evangeliche,sia quale voce protestante nel contesto delle molteplici espressioni culturali della nostra città. Da qui il paziente lavoro di coinvolgimento sia del Consiglio dei Pastori che delle varie Comunità, il tentativo di costituire un Direttivo con Membri di diversa denominazione, la preparazione - per la prima volta - di una bozza di regolamento-statuto, l’organizzazione di varie conferenze sulla storia della Riforma,anche il superamento di non poche difficoltà ed incomprensioni.
Caponetto si era reso conto che il Consiglio dei Pastori non avrebbe potuto favorire la crescita del C.E.C. Infatti, la differenza di personalità, formazione teologica, dimensione culturale, carattere esistente tra i Membri del Consiglio rendevano difficile, se non impossibile, individuare per il C.E.C. una linea operativa condivisa da tutti: ne derivava una sostanziale inattività di base, con qualche episodica manifestazione, legata esclusivamente all’impegno personale di Caponetto e di poche altre persone.
Si comprende quindi lo sforzo perseguito da Salvatore Caponetto affinché il C.E.C. si autonomizzasse dal Consiglio dei Pastori e trovasse in sé stesso motivazioni, forza e capacità di procedere su di un percorso proprio, quale voce autonoma, in ambito culturale, della realtà evangelico-protestante.
Pur supportato da Santini e da Sonelli, Caponetto ha dovuto operare da solo per periodi anche lunghi; ha conosciuto amarezza e delusioni, ma ha perseverato nella consapevolezza di impegnarsi per un obiettivo valido ed una causa giusta. La sua tenacia e lungimiranza hanno permesso al C.E.C. di approdare come tale fino all’inizio degli anni ’90 e di svilupparsi successivamente sulla linea che Caponetto stesso da sempre vagheggiava.
Dopo i primi anni ’90 il C.E.C. è diventato Centro Culturale Protestante “Pier Martire Vermigli”, onde meglio specificarne l’identità e la caratterizzazione nel contesto delle altre organizzazioni e attività culturali cittadine. Il Centro è cresciuto: autonomo, legato idealmente alla Riforma e fraternamente alle Comunità, ma libero sia nelle scelte programmatiche che nella propria gestione: così come, crediamo, Caponetto l’avrebbe voluto.
Noi, Direttivo del Centro Culturale Protestante, testimoniamo la nostra riconoscenza per quanto egli ha fatto, e serbiamo della sua figura e della sua opera grata e durevole memoria.
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