Diaspora evangelica

Mensile di collegamento

informazione ed edificazione

Anno XLIII – numero 6 – giugno 2010

 

L’effusione dello Spirito

(anonimo)*

 

Oggi, o Dio, noi ti preghiamo: mandaci il tuo Spirito! E sia per noi un fuoco ardente e luminoso, illumini le nostre tenebre e ravvivi una volta ancora il nostro amore. Sia per noi un alito soave, consoli e tranquillizzi la nostra pusillanime trepidazione per futuro. Sia per noi una brezza forte,ci faccia navigare arditamente e indirizzi a nuovi orizzonti il nostro cammino. Sia per noi tempesta che rende l’aria pura. Sia per noi acqua, che fa crescere fiori nuovi dopo la siccità.

O Signore della nostra vita e della nostra storia, il tuo Spirito ci faccia toccare con mano che l’antica missione, che in verità tu ci hai affidato, può ancora trasformare il mondo in questi tempi nuovi.

 

*Preghiera inviata alla redazione da Massimiliano Bianchi

 

 

In questo fascicolo:

·         Meditazione biblica di P. Gajewski

·         Il naso tra i libri di S. Rivedi Pasqui

·         Progetto MIRACLE di O. Bertelli

·         Lutto e speranza nella Chiesa valdese di Firenze (AA.VV.)

·         Dalle opere e dalle Chiese evangeliche fiorentine

 

 

 

 

 

Uscire dal cenacolo…

di Pawel Gajewski

 

Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov'essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

(Atti 2,1-4)

Nella tradizione cristiana il luogo in cui avviene l’effusione dello Spirito santo sugli apostoli è identificato con la stanza in cui Gesù ha celebrato l’ultima cena. Da un punto di vista esegetico non abbiamo alcun elemento particolarmente valido a sostegno di tale ipotesi. In Atti 1,13 si legge che dopo il congedo da Gesù gli undici …salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano (gr. eis to huperôon anebêsan). Nella Vulgata troviamo invece cenaculum ascenderunt. Probabile che questa sia la spiegazione di tale identificazione. La parola “cenacolo” tuttavia non suona male. Fa pensare a un luogo accogliente in cui rilassarsi e concentrarsi sull’essenziale. Sul piano simbolico il cenacolo indica la chiesa nel senso di una comunità riunita intorno alla Parola incarnata e al sacramento della Cena, segni performativi della presenza di Colui che ha sconfitto il peccato e la morte.

Eppure la narrazione di Atti 2 allude chiaramente a una realtà che si trova fuori del cenacolo. Il testo non parla dell’uscita dalla “stanza di sopra” eppure noi lettori abbiamo la percezione di un evento pubblica che si svolge davanti a una folla abbastanza numerosa. La domanda che la folla si pone potrebbe essere espressa in questi termini: che cosa è realmente successo nella stanza di sopra? Noi lettori lo sappiamo bene: apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. C’è però un altro elemento portante di questo racconto: un suono potente legato a un forte colpo di vento. Le persone fuori del cenacolo sono incuriosite e attratte proprio da questo suono misterioso che unisce le due realtà, dentro e fuori della stanza in cui i discepoli Gesù erano soliti trattenersi. Se ritorniamo per qualche istante all’Antico Testamento, scopriremo molto facilmente che il fuoco e il vento esprimono la presenza dell’Eterno. Luca, cristiano di origine greca ha avuto evidentemente un ottimo maestro di catechismo, un vero cultore delle Scritture ebraiche.

Ho l’impressione che nelle nostre odierne riflessioni il cenacolo assuma il ruolo di una cifra particolarmente utile per definire una linea di azione pastorale. C’è chi parla sempre più spesso di un ritorno al cenacolo, vale a dire della necessità di isolarsi dal mondo esterno e di concentrarsi sull’essenziale: sulla meditazione della Parola e sulla celebrazione dei sacramenti. È una tendenza assai nobile purché la tensione verso la realtà fuori del cenacolo rimanga forte. Saremo santi disprezzando la realtà/E questo mucchio di coglioni sparirà, canta il gruppo rock fiorentino Baustelle nel recentissimo album intitolato I Mistici dell’Occidente. La presenza e l’azione continua dei personaggi le cui caratteristiche esprime bene la parolaccia usata nel testo della canzone è un motivo umanamente valido per disprezzare la realtà. La Pentecoste cristiana insegna tuttavia a non disprezzarla. Lo Spirito dà la forza necessaria per affrontare la realtà e per comunicare un messaggio che annuncia la sua trasformazione.

 

 

 

Un popolo sul tetto del mondo

Sara Rivedi Pasqui

 

Il Bhutan, paese del drago, è un piccolo stato situato nel cuore dell’Himalaya. Costituitosi politicamente nel 1616 e retto da un sistema teocratico ai primi del 900 diviene una monarchia i cui sovrani si dimostreranno con il tempo persone sagge ed illuminate. Infatti ad iniziare dagli anni cinquanta a loro va il merito di avere istituito scuole ed ospedali gratuiti, salvaguardato l’ambiente, distribuito le terre ai poveri, dato una costituzione ed un parlamento alla nazione, infine nel 2008 l’ultimo re abdica in favore di una repubblica costituzionale. Oggi questo stato vive di turismo, di agricoltura ed esporta energia idroelettrica, il suo sviluppo può considerarsi uno dei più avanzati del mondo. La tradizione tuttavia viene rispettata con grande amore ed attenzione, i bhutanesi, uomini e donne, indossano il costume tradizionale e conservano l’architettura del luogo costruendo le case in terra battuta. Hanno un profondo senso del religioso che li spinge a seguire con devota partecipazione le pratiche del buddhismo, venerando i lama e recandosi in pellegrinaggio presso i numerosi santuari della regione.

Figlia di questo affascinante paese è la scrittrice Kunsang Choden, primo autore bhutanese ad essere tradotto all’estero. Nasce nel 1952 quando ancora nella sua nazione mancano strade, scuole, ospedali e dove la schiavitù è stata abolita da poco. A nove anni intraprende un viaggio, a piedi, di ben dodici giorni per raggiungere Delhi in India, una città grande e caotica i cui abitanti parlano una lingua a lei incomprensibile. La bambina fruisce di una borsa di studio che le permette di frequentare la scuola, istruirsi, iscriversi all’università e conseguire una laurea. Il re che governa il suo paese ha chiesto un aiuto finanziario alle potenze mondiali affinché le nuove generazioni, i giovani più intelligenti e virtuosi, possano acquisire le conoscenze necessarie per cooperare allo sviluppo del proprio paese. Kunsang Choden si laurea in psicologia, fa ritorno in patria, si sposa, ha dei figli, in seguito parte con la sua famiglia per gli Stati Uniti dove consegue la laurea in sociologia. Rientrata in Bhutan nel 1988 lavora per l’United Development Programme, si occupa attivamente della condizione femminile impegnandosi per l’emancipazione delle donne bhutanesi ancora sottomesse all’autorità maschile. Inoltre si dedica allo studio della tradizione orale affinché un patrimonio culturale non vada disperso (il Bhutan fino alla metà del secolo scorso non ha fruito di un linguaggio scritto), inizia a scrivere storie e racconti sulla vita ed i costumi della sua gente.

Il primo libro di Kunsang Choden tradotto in italiano è il romanzo intitolato Il Viaggio di Tsomo, storia di una donna, ma anche narrazione epica del Bhutan. La giovane protagonista della storia abbandona la casa paterna perché ferita ed umiliata dal tradimento del marito con la sua sorella minore (1). Si sente profondamente infelice anche perché deformata nel corpo da una misteriosa malattia che essa attribuisce al proprio karma (2) perciò decide di avventurarsi fuori dal villaggio natio per iniziare un cammino spirituale che possa pacificare la su anima e guarire il suo corpo. Questo viaggio di oltre mezzo secolo sarà un percorso di emancipazione, di riscatto, di formazione. Tsomo raggiunge le popolose città dell’India e sosta in preghiera presso i maggiori santuari buddhisti, per sopravvivere accetta ogni tipo di lavoro, anche il più faticoso ed inadeguato al suo fisico. In questo lungo peregrinare conosce un lama di grande umanità ed infinita saggezza che la incoraggia a dedicarsi interamente alla conquista della salvezza spirituale. Dopo una serie di esperienze dolorose sceglie la vita monacale per consacrarsi alla preghiera e all’osservanza delle pratiche religiose buddhiste. Fa ritorno al suo villaggio dove incontra i parenti finalmente libera da sentimenti di rancore e risentimento, infine si stabilisce in un’umile baracca affermando che il poco le basta. Trascorre le sue giornate intenta a fare le circumambulazioni attorno ai monumenti sacri del luogo, qualche volta si reca da una vecchia amica che le offre the e biscotti. Infine, se pur anziana e claudicante, intraprende il suo ultimo viaggio da pellegrina per incontrare ed onorare il Dalai Lama. I medici di una grande città hanno da tempo guarito il suo ventre deforme, la fede ha sanato il suo spirito, ora si accinge con serena fiducia ad attendere il termine della vita.

Kunsang Choden

Il Viaggio di Tsomo

ObarraO Editore, 2009, pp. 367, €19.50

 

(1) In Bhutan è praticata la poligamia e ammessa la poliandria.

(2) Risultato delle azioni e del comportamento di una persona nelle sue vite precedenti.

 

 

La nuova frontiera eUropea di Essere Chiesa Insieme: il progetto MIRACLE

Olivia Bertelli

 

Testimoniare un mondo nuovo, una società diversa. Testimoniare e praticare l’accoglienza, l’uguaglianza, il rispetto e la partecipazione. In queste poche parole si racchiude il cuore del progetto MIRACLE (in Italiano: Modelli di Integrazione tramite la Religione, l’Attivazione, l’Apprendimento Culturale e la Condiviisone) co-ordinato a livello europeo dalla Commissione delle Chiese per i Migranti in Europa (CCME) e con la partecipazione a livello nazionale della Finlandia (Chiesa Evangelica Luterana Finlandese), della Francia (DEFAP e progetto Mosaic della Federazione Protestante Francese), della Germania (Chiesa Evangelica Tedesca), dell’Italia (FCEI, commissione Essere Chiesa Insieme), dell’Olanda (associazione di 66 chiese di migranti, SKIN Samen Kerk in Nederland[1]) e della Svezia (Chiesa di Svezia). Partendo dalla consapevolezza che la maggior parte dei migranti in Europa è di religione Cristiana, l’obiettivo principale era lo studio della partecipazione dei fratelli e delle sorelle provenienti da altri paesi all’interno delle chiese tradizionali e delle chiese migranti. L’ipotesi da verificare era che le chiese funzionino come dei ponti che connettono gli individui con la società locale, facilitando il processo di integrazione. Insomma, partecipazione attiva nelle chiese come chiave di inclusione nella società.

Gli strumenti del progetto erano fondamentalmente due: raccogliere qualitative a immigrati/e che partecipano attviamente nelle chiese migranti o in quelle tradizionali e istruire dei trainers in tutta Europa con la metodologia Win-Aci MIRACLE. Attraverso le interviste si è indagato il processo migratorio, il rapporto con la chiesa nel paese di origine e in quello di destinazione e soprattutto le dinamiche del processo di partecipazione attiva nella chiesa (come è iniziato, modalità di partecipazione, valutazione delle strutture, istituzioni e comportamenti che promuovono o disincentivano un’equa partecipazione nelle chiese). Dieci ragazzi con origini straniere sono stati formati in un training ad hoc per diventare intervistatori e hanno raccolto 21 interviste nei sei paesi del progetto. Parallelamente si è proceduto con la realizzazione di una piattaforma di studio della partecipazione e integrazione nelle chiese con la metodologia WinAct – MIRACLE[2] che è stata testata e insegnata attraverso una serie di workshop europei. Questa metodologia consiste in una serie di esercizi suddivisi in moduli (Introduzione, Partecipazione, Chiesa, Livello nazionale, Ecumenismo) che focalizzano l’attenzione su diversi aspetti della partecipazione e integrazione nelle chiese dei migranti e di tutti i membri. Nel giro di 12 mesi sono stati organizzati 7 workshop di due giorni e mezzo nei sei paesi, coinvolgendo circa 170 partecipanti da tutta Europa. Lo scopo primario era quello di riunire persone attivamente impegnate nel lavoro con i migranti nelle chiese per scambiare buone pratiche non sull’assistenza sociale e legale, ma sulla partecipazione all’interno delle chiese, ossia su esperienze virtuose di Essere Chiesa Insieme. Per facilitare la discussione e la condivisione di best practices si è ricorso agli esercizi di WinAct – MIRACLE: i partecipanti, guidati da dei trainers, hanno testato e appreso la metodologia. Questo approccio denominato “training the trainers” ha fatto sì che si instauri un meccanismo moltiplicatore perché a loro volta i trainers formino a livello locale degli altri trainers attraverso dei workshop in cui possono adattare e usare la metodologia WinAct – MIRACLE per esigenze specifiche. Gli esercizi portano i partecipanti a riflettere, per esempio, su cosa significhi Integrazione, Partecipazione attiva, cosa sia e come realizzare una Chiesa Aperta e Accogliente, quali strutture delle chiese (a livello locale e nazionale) limitino o incoraggino la partecipazione attiva, su come creare un culto nuovo dove lo schema liturgico possa arricchirsi di tradizioni diverse esprimendo la fede in modi diversi, con altri canti, inni e preghiere.

I risultati in parte confermano ciò che già si sapeva, in parte proiettano nuove luci sulle chiese in Europa. Le attitudini e iniziative delle chiese (sia migranti che tradizionali) possono essere sintetizzate in tre diversi approcci:

v “Questa è la mia chiesa”: paura di cambiare e autoesclusione dal processo di integrazione, assenza di altre nazionalità, tendenza alla segregazione

v “Siete i benvenuti”: apertura a nuovi credenti, strutture e regole prefissate che vanno accettate, non c’è possibilità (e volontà) di ripensarle insieme con i nuovi venuti, tendenza all’assimilazione

v “Siamo una comunità”: condivisione e mutuo apprendimento delle diversità e somiglianze, promozione di una nuova idea di comunità con una comune visione, tendenza all’integrazione

Come promuovere una comune visione della chiesa e una nuova idea di comunità è ciò a cui il progetto cerca di rispondere. Alcune possibili idee e spunti per sviluppare iniziative a vario livello sono raccolte nella guida finale pubblicata dal CCME a fine giugno 2010e indirizzata alle chiese in tutta Europa. Anticipiamo qui le 10 raccomandazioni che sono dettagliatamente descritte nella pubblicazione del progetto MIRACLE:

1.  Fare integrazione: realizzare il processo integrativo a due direzioni. L’integrazione è un processo bidirezionale che richiede uno sforzo e un cambiamento da parte degli individui e della collettività, ma dal quale tutti gli attori possono uscire arricchiti.

2.  Incoraggiare un’attitudine all’accoglienza. Una chiesa che testimonia fratellanza e pari diritti è innanzitutto una chiesa che accoglie i fedeli al suo interno, a prescindere dal paese di origine, status sociale, orientamento politico e sessuale.

3.  Introdurre elementi di interculturalismo nelle attività delle chiese. Incoraggiare la conoscenza degli ‘altri’ parte dalla comprensione delle somiglianze e differenze. Le tradizioni di altri paesi non sono allegre manifestazioni folkloristiche che rendono più vive le celebrazioni di Pentecoste, di Natale o del 30 Ottobre, ma spingono ad un’autoriflessione sulle proprie tradizioni e abitudini.

4.  Aumentare la socialità tra i membri della chiesa. Il processo di integrazione e partecipazione inizia con la conoscenza della persona in quanto tale. I fratelli e le sorelle di altri paesi non stanno soltanto riempiendo panche lasciate vuote nelle chiese.

5.  Riflettere sulle strutture, sugli aspetti e sui comportamenti che influenzano la partecipazione attiva. I requisiti per diventare membri, il culto, la lingua usata (e il linguaggio), i ruoli nelle attività della chiesa sono tutti aspetti che possono ostacolare la partecipazione e favorire l’esclusione dei credenti. Partecipare non significa finanziare la propria chiesa, ma avere una voce che viene ascoltata ed essere accettati in ruoli di qualsiasi livello.

6.  Andare dove sono gli altri. Per alcune chiese la questione dell’integrazione non si pone perché non ci sono persone di altre nazionalità tra i membri. In realtà quest’assenza spesso è dovuta al fatto che le chiese tradizionali sono in luoghi dove purtroppo i migranti non vivono e le chiese di migranti sono in luoghi che i nativi non frequentano. Ignorarsi reciprocamente non significa essere esonerati dal processo di integrazione.

7.  Instaurare un dialogo su temi chiave: pari opportunità, omosessualità, guarigioni, spirito, leadership. Alcuni temi chiave sono alla base di differenze tra chiese di varie denominazioni, dialogare all’interno di piattaforme universalmente riconosciute e accettate è fondamentale per camminare assieme.

8.  Affrontare i conflitti nelle chiese. Sotterranei o alla luce del sole, tutte le chiese e comunità hanno sperimentato conflitti al loro interno. Quali sono i metodi di soluzione e mediazione adottati? Quali sono i conflitti più frequenti e come vengono affrontati?

9.  Creare e migliorare le relazioni di network con chiese di migranti e chiese tradizionali per scambiare e conoscere buone pratiche. Spesso le chiese si trovano ad affrontare situazioni molto simili, conoscere come altre realtà hanno già affrontato e/o risolto certe dinamiche può aiutare l’applicazione di buone pratiche o il miglioramento di inizitive già in atto.

10.              Raccogliere dati sulla partecipazione nelle chiese. Quasi nulla si sa sulla partecipazione dei membri (nativi e non) nelle chiese in Europa, così come rare sono le mappature di chiese migranti sul territorio locale e nazionale. Raccogliere dati con questionari e visite alle comunità è di grande aiuto per capire il fenomeno della migrazione e della partecipazione nelle chiese e far sì che vengano adottati strumenti e iniziative adeguati.

 

 

Avviso della Diaconia Valdese Fiorentina: vendita appartamento

La CSD-DVF ha intenzione di vendere l’appartamento, attualmente ad uso uffici, posto in Via Vanini n. 5, Firenze, 4° piano. La superficie lorda dell’immobile è di 127 metri quadrati. L’appartamento è composto da 7 vani di cui uno ad uso cucina e bagno. È in parte da ristrutturare. Il costo si aggirerà intorno ai 400.000 Euro. Per informazioni rivolgersi alla segreteria della DVF, tel. 0552469146 o al membro del Comitato che segue la pratica Graziano Venturi 3481310731.

 

Chiesa evangelica valdese

Ricordando le sorelle e i fratelli che appartengono all’eternità…

Nei mesi scorsi la nostra chiesa è stata colpita da numerosi lutti. Desideriamo ricordare in questo spazio due sorelle e due fratelli la cui vita ha lasciato tracce nobili e profonde nella vista della nostra chiesa. (red.)

 

Margherita Vinçon Caporali (di Anna Vezzosi)

Quest’inverno Margherita Vinçon Caporali ci ha lasciati. Ormai da tempo era malata e aveva difficoltà a muoversi, ma appena possibile era sempre presente ai culti e agli incontri della comunità.

Era di una generazione più anziana di me e per anni avevamo avuto poche occasioni di parlare; ci siamo conosciute un po’ meglio quando, ogni agosto, ci ritrovavamo a Torre Pellice, dove lei tornava ogni anno per ritrovare amici e parenti.

Con il passare degli anni ho apprezzato sempre di più la salvezza della sua fede, la capacità di non abbattersi mai e lottare sempre per superare le avversità e la sua gentilezza con tutti.

Ricordo il suo grandissimo affetto nei confronti del pastore Gino Conte che è riuscito a coinvolgere tutti noi in un sostegno concreto e farcelo vivere anche in atti e non solo a parole. Grazie Margherita!

Ida Anghinetti Favellini (di Luisa Bagnoli)

Quand’ero ragazza mi ricordo che per tutti coloro che abitavano al “Giuggolo” (l’Istituto Comandi e le vicine case abitate tutta da evangelici) Ida Favellini era una vera “ancora di salvezza”. Ida veniva in aiuto per qualsiasi evenienza: malesseri, ferite, iniezioni, parti… Tutto questo con una disponibilità che dava un senso di sicurezza e fiducia. Era una donna giovane ma emanava un’aura di competenza che ci dava la certezza di essere in buone mani.

Sapeva molte cose e noi ragazze che dovevamo imparare a fare la maglia cucire e ricamare riponevamo la nostra fiducia in lei, la “zia Ida” come la chiamavamo.

Aggiungo che questa sua disponibilità si manifestò in modo particolare quando Ida prese in seno alla sua famiglia una bambina piccola che è rimasta in casa sua per diversi anni.

Inoltre nell’ambiente della Chiesa valdese di Firenze tutti conoscevano la Signora Favellini per il suo impegno e la sua abilità nel creare tante cose che potevano arricchire le vendite del bazar.

Per me la zia Ida è stata sempre una persona tanto cara per la sua modestia, la sua ricchezza di affetto e di premura, una persona che mi lascia un ricordo prezioso.

 

Paolo Targetti (di Pawel Gajewski)

L’ho conosciuto circa due anni fa, alla fine dell’estate 2008. è venuto al culto domenicale e poi in un breve colloquio all’uscito mi ha chiesto la possibilità di parlare. Ci vollero diverse settimane per sincronizzare le nostre agende ma alla fine riuscimmo a incontrarci. Il racconto di Paolo in quell’occasione fu lungo ed edificante: la sua famiglia evangelica da generazioni, i suoi studi (anche nel Collegio Valdese di Torre Pellice), l’azienda di famiglia e la sua famiglia, la moglie Lidia i figli Lorenzo e Stella e alla fine il suo rapporto con Dio e con la malattia. Alla fine del colloquio gli proposi di frequentare il catechismo per adulti che può anche essere visto come “corso di avviamento” verso la piena comunione con la chiesa valdese. Partecipò assiduamente agli incontri, avvertendo sempre in anticipo sui ritardi e/o sulle possibili assenze. E questo fino alla sua ammissione avvenuta nel giorno di Pentecoste 2009. Quasi subito dopo il Concistoro gli affido un incarico nella nascente Conferenza delle Chiese per la Diaconia valdese fiorentina. La sua malattia lo bloccò quasi sulla soglia della prima seduta di questa conferenza permanente.

La conoscenza di Paolo Targetti è stata per me una testimonianza di umiltà nel senso più nobile di questo termine;la vera grandezza di un uomo, un imprenditore, un intellettuale che non fa pesare a nessuno i suoi meriti e rispetta la disciplina senza chiedere privilegi né corsie preferenziali.

 

Paolo Rossi (di Alessandro Sansone)

Caro Paolo, abbiamo condiviso gran parte della nostra vita, dalla quando siamo nati ad oggi.

Abbiamo percorso insieme tutte le tappe all’interno della nostra Comunità: dalla Scuola Domenicale alla FGEI, alla Casa Comunitaria di Tresanti, e poi al Gould, alla Diaconia Valdese Fiorentina.

Sei stato un compagno di vita per tante cose, abbiamo percorso tanta strada insieme a molti altri compagne e compagni che anche oggi sono qui a salutarti.

I ricordi, tanti, frullano in mente: le tante bischerate fatte insieme, gli scherzi, le vacanze, l’impegno pieno di entusiasmo giovanile per la pace, la salvaguardia dell’ambiente, i diritti dei migranti.

Quanti incontri, quante riunioni (a volte anche noiose), quante feste, quante risate.

E l’impegno che non è mai venuto meno, basta, infatti, ricordare il tuo entusiasmo nel guidarci a costruire la scuola di alfabetizzazione per gli immigrati stranieri venticinque anni fa fino a tutto quello che hai fatto nei mesi scorsi nel periodo di accoglienza dei Rom in questo tempio.

La tua allegria, la tua ironia, il tuo sorriso, le tue arrabbiature, le tue critiche, la tua integrità morale ci mancheranno, tanto, troppo.

Voglio pensare a te con l’ultima strofa di una canzone che spesso abbiamo suonato e cantato insieme, è di Guccini anche se tu amavi tanto i Pink Floyd:

“Ma penso che questa mia generazione è preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge, in ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto, nel mondo che faremo Dio è risorto.”

Ciao carissimo amico!

 

Diaspora evangelica

Agenda delle chiese - giugno 2010

 

Chiesa Apostolica Italiana di Firenze e Prato

DOMENICHE DIALOGATE. La «domenica dialogata» di giugno (domenica 13), ultima dell’anno ecclesiastico, sarà dedicata ad un aggiornamento sulla «predicazione».

FORUM TEOLOGICO GIOVANILE (MA NON SOLO). Il gruppo che partecipa e, perciò, costituisce il Forum ha scelto come area di ricerca per l’anno 2009-2010 il modulo tematico relativo al «Dialogo», i cui sottotemi sono stati di volta in volta presentati con una "base d'ascolto", previamente distribuita, per essere, poi, discussa insieme.

Gli incontri hanno luogo mensilmente, nella «Casa pastorale» di Prato, il quarto (non ultimo, ma quarto) sabato del mese, dalle ore 16.00 alle ore 17.00/massimo 17.30!

L’ultimo incontro di questo ciclo è dedicato all’argomento: Limiti del dialogo (Sabato, 26 giugno 2010).

 

Chiesa evangelica battista

http://chbattistaborgognissanti.interfree.it

 

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Contro l'Omofobia. Il 12 maggio, nell'ambito della Settimana di preghiera contro l'Omofobia, 2 appuntamenti: nel pomeriggio, promossa dall'associazione Fiumi d'Acqua Viva, presentazione del libro “L'omosessualità nella Bibbia e nell'antico vicino Oriente” (Claudiana 2007) con interventi di Dorothea Muller e di Teodora Tosatti, moderati da Andrea Panerini; in serata, veglia ecumenica di preghiera promossa dal gruppo Kairos: grande partecipazione e fraternità con buffet finale. Domenica 16 maggio una folta delegazione della nostra comunità ha partecipato insieme alla comunità valdese e ai rappresentanti di altre chiese, il culto conclusivo della Settimana di preghiera contro l'omofobia, celebrato al Tempio Valdese di Via Micheli.

SPERANZA Sabato 15 maggio nell'ambito del programma “Pensare la fede, dire la speranza” tavola rotonda conclusiva sul tema Sperare oggi: buone pratica in difesa del futuro con la partecipazione di Paul Krieg (Energia pulita a Casa Cares), Astrid Hovstadius (L'esperienza del Gruppo di Acquisto Solidale), Susanna Chiarenzi (autrice del libro Chic & Cheap, per un antishopping ecologico) e Letizia Tomassone (Agire la speranza nei percorsi delle chiese evangeliche). Un buffet curato dall'associazione Stasera Esco e un banco di prodotti eco-compatibili ha fatto da cornice ad un pomeriggio piacevole, con oltre una cinquantina di presenti, nel segno della speranza attiva di cambiamento dello stato di cose esistente.

Creato Prosegue il ciclo di incontri a Casa Boschi, Monte Morello, sul tema “Toccare con mano i 4 elementi del creato. Per conoscere meglio il Creatore”. Il prossimo incontro: sabato 19 giugno.

Battismo italiano Il 14 maggio è iniziato lo studio in 4 incontri della Confessione di fede dei battisti italiani: il venerdì sera alle 20:15.Sempre il 15 Dunia Magherini e Danilo Baconi hanno partecipato all'incontro tenutosi a Roma, presso la chiesa battista di Teatro Valle, per discutere insieme alle chiese del Centro Italia il documento preparatorio all'Assemblea nazionale dell'Unione Battista prevista per Ottobre. In vista di questo incontro si era tenuto il 2 maggio anche un incontro dell'Associazione delle Chiese Battiste della Toscana (Acebt).

Si ricorda che il pastore Raffaele Volpe è in “sabbatico” da Maggio a Settembre inclusi. I culti domenicali continuano regolarmente, alle ore 11:00, a cura del Collegio delle Anziane e degli Anziani, dei predicatori e predicatrice locali e delle animatrici musicali (In maggio: Renzo Ottaviani, Dunia Magherini e Pasquale Iacobino; con l'aiuto nella liturgia e all'accompagnamento musicale di Sandra Spuri, Katerina e Anna Crabb). Proseguono le attività di Scuola domenicale, gruppo giovanissimi, gruppi di preghiera e di lettura nelle case. Per contattare la comunità rivolgersi al suo Consiglio di Chiesa e al Collegio Anziani.

In programma per il 2 giugno è la gita a Casa Boschi delle chiese battiste di Firenze, di lingua italiana, rumena, ivoriana e filippina.

 

Chiesa evangelica luterana

Domenica 6 giugno festeggeremo come di consueto la chiusura dell'anno con l'incontro a Bivigliano (Firenze) fra le comunità di Firenze e dell’Emilia-Romagna. Chi volesse partecipare, potrà telefonare alla chiesa luterana per avere maggiori informazioni.

Domenica 20 giugno alle ore 10 si svolgerà l'ultimo culto prima della pausa estiva nella nostra chiesa sul Lungarno. In quest'occasione saluteremo la signorina Amelie, una tirocinante tedesca, che ha svolto in questi mesi con amore e dedizione il compito affidatole sia presso la casa di riposo "Il Gignoro" che alla chiesa luterana.

 

Chiesa evangelica metodista

Gli studi biblici e i sermoni domenicali sono dedicati in queste settimane all’argomento “Il libro degli Atti: viaggi missionari - chiesa missionaria”. Lo studio biblico si tiene ogni mercoledì alle 19,00; il culto domenicale alle 10,30. Nel mese di luglio il culto domenicale in via de’ Benci sarà sospeso. La Comunità è invitata a partecipare al culto domenicale nella Chiesa valdese in via Micheli 26.

Concerti della Scuola di Musica Il Trillo si terranno mercoledì 21 luglio, giovedì 22 luglio e venerdì 23 luglio, alle 21.

 

Chiesa evangelica valdese

www.firenzevaldese.chiesavaldese.org

e-mail: concistoro.fivaldese@chiesavaldese.org

Dall’Assemblea di chiesa. Sabato 22 maggio si è riunita l’assemblea di chiesa per eleggere le nostre deputazioni alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo. Sono stati eletti: Judith Siegel per il Sinodo, supplente Valerio Cheli; Olivia Bertelli e Letizia Sommani per la Conferenza Distrettuale, supplenti Roberto Davide Papini e Patrizia Barbanotti. L’Assemblea ha discusso l’ampia relazione morale del Concistoro. Le bozze della relazione possono essere richieste a Roberto Rossi. La versione definitiva della relazione con tutte le correzioni proposte dall’Assemblea saranno disponibili nei primi di giugno.

Nuovi membri di chiesa e battesimi. Domenica 23 maggio la nostra chiesa ha vissuto la gioia dell’accoglienza. Hanno confessato pubblicamente la loro fede: Giuliano Capecchi, Daniele Pezzella, Stefan Pizzi e Annalucia Ressa. A Stefan è stato amministrato il battesimo mentre Annalucia, Giuliano e Daniele sono stati ammessi alla piena comunione con la Chiesa valdese.

Durante lo stesso culto sono state battezzate Alissa Arafa-Ali e Lisa Ahn Dao Scotto.

Esperienza di lutto. Venerdì 30 aprile si è spento Giancarlo Mirancelli. Per esplicita volontà della famiglia il funerale è stato celebrato il 1° maggio, secondo la liturgia cattolica nella chiesa di S. Maria di Castagnolo a Lastra a Signa.

Attività ordinarie I nostri culti domenicali nel corso dei mesi di giugno e luglio si svolgeranno regolarmente alle 10.30. La cena del Signore sarà celebrata il 6 giugno e il 4 luglio. Nel mese di agosto il tempio di via Micheli sarà chiuso. La Comunità valdese è invitata a partecipare al culto domenicale nella Chiesa metodista di via De’ Benci. Il pastore Gajewski rimarrà a Firenze fino al 25 luglio.

Studio biblico e catechismo per adulti. Gli incontri di studio biblico si svolgono alle 16, in via Manzoni. Stiamo studiando la Lettera agli Ebrei e questo studio proseguirà fino al 26 giugno.

L’ultimo incontro di catechismo per adulti sul tema “Definire la fede in una prospettiva evangelica” si terrà sabato 5 giugno. Durante questo incontro decideremo insieme il programma del prossimo anno di lavoro.

I ragazzi del catechismo si incontrano ogni martedì alle 19.30; il piccolo gruppo di pre-catechismo si riunisce invece ogni giovedì alle 18. Gli incontri termineranno nella seconda metà di giugno con una cena che vedrà riuniti i due gruppi di catechismo.

La Scuola Domenicale si riunisce durante il culto domenicale, dalle 10.30 alle 11.45 ca. Gli incontri si concluderanno con una festa pomeridiana in via Manzoni. La data della festa è domenica 6 giugno.

Diaspora valdese di Pistoia ed Empoli. L’ultimo incontro (conviviale) di quest’anno a Pistoia si terrà il 3 giugno. Per informazioni: 0552477800. A Empoli continuano i culti domenicali mensili. Nei mesi giugno e luglio gli incontri si svolgeranno la terza domenica del mese alle 16,30.

 

Spazio d’ascolto. Questo servizio curato da Annalisa Pericoli, psicologa, specialista in dinamiche relazionali comincia ad accogliere le prima persone bisognose d’aiuto. Questo servizio offre a tutti la possibilità di ascolto e confronto sui propri problemi relazionali. Nel caso di un vero e proprio percorso psicoterapeutico è prevista una piccola quota per ogni seduta (10 euro) che sarà interamente devoluta ai bisogni della nostra chiesa. Per fissare l’appuntamento si può contattare direttamente Annalisa al numero: 3278647121.

 

Invito al concerto, 7 giugno 2010, alle 21.

Schola Cantorum della Scuola di Musica di Fiesole - "Les petites choses" Musiche di G. Rossini,G. Faurè, C. Saint-Saens, L. Boulanger – lunedì, 7 giugno alle 21 (Chiesa Valdese, Via Micheli 26). Per informazioni Judith Siegel.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diaspora evangelica

Direttore ai sensi di legge: Gabriele De Cecco

 

Direzione, redazione:

Via Manzoni, 21 – 50121 Firenze

Tel.: 0552477800

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In redazione: Pawel Gajewski, Roberto Davide Papini, Alessandro Sansone

 

Reg. Tribunale di Firenze, 16 ottobre 1967, n. 1863

 

Ciclostilato in proprio – Diffusione gratuita

 

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In caso di mancato recapito restituire al mittente, che si impegnerà a corrispondere la relativa tassa presso l’Ufficio P.I. di Firenze



[1] In Olandese significa ‘Essere Chiese Insieme in Olanda’

[2] Liberamente scaricabile in Inglese dal sito http://www.ccme.be/areas-of-work/uniting-in-diversity/miracle/