Confida

 

di Violeta Cavallero

 

Tu non forzi un fiore, perché si apra,

Il fiore lo apre Dio.

Tu lo pianti, lo innaffi, te lo guardi,

Il resto lo fa Dio!

 

Tu non spingi un’anima affinché creda,

La fede la dà Dio.

Tu l’ami, preghi, speri,

Il resto lo fa Dio!

 

Così non hai bisogno di anticipare

Il suo piano d’amore,

Lavora, servi,

Vivi per amare…

E il resto?

Il resto lo farà Dio!

 

(da:Red Electronica de Liturgia – CLAI)

 

MATTEO 10, 34-39

di Paolo Ricca

( per la Festa della Riforma 2005 )

 

Che testo, fratelli e sorelle!

Un testo che ci fa il contropelo, un testo che non avremmo mai scelto per una festa come quella di oggi, un « testo guastafeste » potremmo chiamarlo, nel quale troviamo tutte le parole che non ci piacciono, che non ascoltiamo volentieri, anzi che non vogliamo sentire per niente.

Gesù parla di « spada », ma noi non vogliamo nessuna spada, ce ne sono già troppe nel mondo, vogliamo « trasformare le spade in vomeri d'aratro » come dice il profeta Isaia ( 2, 4), no, non vogliamo nessuna spada, né materiale e neppure spirituale.

Gesù parla di « divisione » , ma noi non vogliamo divisione, ce ne sono già tante, il mondo è lacerato in mille modi, vogliamo unità, comprensione, dialogo, concordia, non vogliamo questo Gesù guastafeste che divide mentre noi vogliamo unire. Gesù dice addirittura che è venuto a dividere le nostre famiglie, che hanno già tanti problemi, stanno insieme per miracolo, ci manca ancora Gesù che venga dividerle, no, francamente non è di questo che abbiamo bisogno.

Ma non è finito: Gesù dice ancora che dobbiamo amarlo di più delle persone che amiamo di più, cioè che l’amore per lui deve essere il più grande della nostra vita. Ma chi ce la fa? Già facciamo fatica a mantenere vivo il nostro pallido cristianesimo, a non lasciare spegnere la fiammella della fede e a non dimenticare del tutto Dio, in mezzo agli affanni e alle tribolazioni della vita; ma Gesù vuole di più, molto di più: non basta che gli facciamo un po’ di posto, ci chiede il primo posto: «chi ama padre e madre, figlio o figlia più di me, non è degno di me» (Mt. 3:11). Stando così le cose, temo che nessuno di noi sia degno di Gesù. Il quale va avanti imperterrito e ci parla di «croce», cioè di ciò che accuratamente cerchiamo di evitare, e di «perdere la vita per trovarla», mentre noi vogliamo trovarla senza perderla. Vedete, Fratelli e Sorelle, quanto questa parola di Gesù ci coglie impreparati e poco disposti non dico a riceverla, ma anche solo ad ascoltarla. Eppure è proprio con questa parola che Gesù ci viene oggi incontro, per toglierci la nostra pace e darci la sua.

Esponiamoci dunque a questa parola e lasciamo che compia la sua opera in noi.

Ora non è possibile, in una sola predicazione, affrontare tutto questo testo. Ce ne vorrebbero almeno due: una sulla spada, cioè sulla divisione, l’altra sul portare la croce, cioè sul perdere la vita per trovarla. Oggi ci dobbiamo limitare alla prima e l’articoleremo in tre punti:

1) la spada di Gesù ; 2 ) spada che ferisce; 3) spada che guarisce

 

1. «Non sono venuto a metter pace, ma spada”

 

Qual è la spada che Gesù porta? Non è la spada del guerriero. Gesù è un profeta disarmato. I suoi discepoli avevano un paio di spade, ma quando Pietro la brandì nel Getsemani, per colpire il servo del sommo sacerdote, Gesù gli intimò di riporre la spada nel fodero , « perchè tutti quelli che prendono la spada, periscono per la spada » (Matteo 26.52 ) Quella di Gesù non è la spada del guerriero, ma non è neppure la spada della giustizia, quella che dà ( o dovrebbe dare ) a ciascuno il suo, quella che premia i buoni e punisce i cattivi. No , Gesù non è venuto a fare giustizia , ma a dare giustizia a chi non ce l'ha, è venuto non a punire i peccatori , ma a renderli giusti, non a condannarli ma a giustificarli. Questa giustizia non è simboleggiata dalla spada, ma dalla croce. La spada di Gesù non è dunque né la spada del guerriero, né la spada della giustizia.

E allora che spada è ? E' la spada della Parola. Gesù non ha altra spada, non ha altra arma che la Parola di Dio, ma con quell'unica arma ha respinto il triplice assalto del diavolo, ha cacciato i demoni, ha guarito, ha liberato, ha consolato, ha risuscitato, ha redarguito, ha perdonato: tutto con la Parola, nulla senza la Parola. Ecco dunque che cosa significa : « Son venuto non a mettere pace, ma spada » : vuol dire « Son venuto a mettere la spada della Parola di

Dio nel cuore del mondo »

E questo è stata in verità la Riforma che oggi ricordiamo: un eccezionale grandioso ritorno della Parola di Dio in Europa: L'Europa s'è stupita: la Parola di Dio è tornata a noi ! Che miracolo ! Che benedizione ! Si dice spesso : « la Riforma è stata un ritorno alla Parola di Dio » ( ad fontes ! “Alle fonti “ predicava Erasmo) ma no, è stata qualcosa di molto di più e di molto diverso, è stata un ritorno della Parola di Dio nel cuore dell'Europa. Non noi siamo tornati a lei, lei è tornata a noi . A lungo questa Parola è stata come muta, o forse le orecchie erano sorde, ma ora era arrivata e Lutero descrive l'avvento della Parola con la bella immagine del « temporale » , che però, come tutti i temporali, viene e passa .Perciò Lutero avverte la sua generazione : «Afferrate la Parola e la grazia di Dio finchè ci sono », perchè domani potrebbe essere troppo tardi. Questo «temporale » infatti « non torna più dove è già stato » L'ingratitudine e il disprezzo non lo faranno restare. Perciò afferratelo e tenetelo saldo, se sapete afferrare e tenere

C'è un tempo della Parola che va colto, perchè forse non tornerà. Perciò il Salmista dice: « Oggi se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore » (Salmo 95,8)

 

2. Questa Parola è paragonata da Gesù a una spada,

 

proprio perchè essa è «più affilata di qualunque spada a due tagli, e penetra fino alla divisione dell'anima a dello spirito... e giudica i sentimenti e i pensieri del cuore » ( Ebrei 4.12 ) E' una Parola che lascia il segno, una spada che ferisce. Come Giacobbe dopo aver lottato tutta la notte con l'angelo, alla fine zoppicava, e quello era il segno della lotta sostenuta, così noi tutti che abbiamo ascoltato la Parola di Dio e un po' lottato con esa, portiamo dentro una ferita, una ferita benedetta, che vuol dire che la Parola di Dio ha scalfito la dura corazza della nostra incredulità.

Vi supplico Fratelli e Sorelle : lasciatevi ferire dalla Parola di Dio ! Ma cos'è una ferita ? E' un taglio, una separazione, una divisione. Dove risuona la Parola di Dio , là ha luogo una divisione. Che cosa divide la Parola di Dio ? Divide anzitutto chi l'ascolta da chi non l'ascolta. Poi divide chi l'ascolta e la mette in pratica da chi l'ascolta e non la mette in pratica.. Ma non divide solo fuori, divide anche dentro ciascuno di noi : divide dentro di noi tra fede e incredulità, tra certezza e dubbio, tra amore e indifferenza, tra speranza e disperazione. Perché in ciascuno di noi c'è un io scettico, agnostico, incredulo, e un possibile io credente ; c'è un io egoista ed egocentrico e un io altruista, generoso e servizievole; c'è quello che l'apostolo Paolo chiama il «vecchio uomo » tutto concentrato su se stesso e le sue cose, e l' «uomo nuovo » che ruota intorno a Dio e al prossimo e alle loro cose.

Ma la Parola di Dio non divide solo le persone fuori e dentro, divide anche le cose : il bene dal male, la verità dalla menzogna, la realtà dall'apparenza, l'autenticità dalla finzione, la fede dalla superstizione, la speranza dall'illusione, Dio dagli idoli.

Nella vita di tutti i giorni queste cose sono terribilmente mescolate, si fa una grande confusione, è molto difficile orientarsi e distinguere una cosa dall'altra. Anche nel XVI secolo c'era una grande confusione : si confondeva, ad esempio, la parola della Chiesa con la Parola di Dio – una confusione fatale, la peggiore di tutte. Ma quando la Parola di Dio è di nuovo apparsa in tutta la sua luce e la sua forza, non era più possibile confondere la Parola di Dio con la parola della Chiesa. Ancora : si confondeva la grazia di Dio con il merito dell'uomo, ma quando la grazia di Dio è stata di nuovo spiegata e capita per quello che veramente essa è - immeritata e incondizionata- allora si è smesso di confonderla con il merito umano.Ancora: si confondeva la Sacra Scrittura con la tradizione ecclesiastica , ma quando la Scrittura è stata restituita alla sua dignità di norma e di sostanza della fede e della vita cristiana, allora si è vista la differenza tra Scrittura e Tradizione. E così via : si confondeva la fede con le opere, i santi con Cristo, il potere religioso con il potere civile e il potere civile con il potere religioso. Era necessario che questa confusione cessasse e che la spada della Parola di Dio facesse un po' di chiarezza. La Riforma è stata questo grande chiarimento cristiano, operato dalla Parola di Dio. Ma la confusione era talmente grande e si era insediata così a fondo nella coscienza cristiana del tempo, che la Chiesa non ha retto l'urto della Parola di Dio e si è divisa.

Un evento drammatico e doloroso, ma al tempo stesso un segno che la Parola di Dio è davvero una spada- una spada che ferisce.

 

3 Ma la divisione non è l'ultima parola.

 

La Parola che ferisce è anche la Parola che guarisce. Come dice il profeta Osea : « Venite , torniamo all'Eterno, perché egli ha lacerato, ma ci risanerà, ha percosso , ma ci fascerà » ( 6.1 ) L'ultima parola non è di divisione , ma di unità. Non c'è - è vero- nel testo di Matteo, ma c'è nella vita di Gesù che è anch'essa un testo normativo per la nostra fede e la nostra predicazione.

« Io – dice Gesù – quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me » ( Giovanni 12, 32 ).

C'è un tempo per dividere e un tempo per unire. Cristo divide, Cristo unisce. Prima divide, poi unisce.Lasciamo che Egli divida anzitutto dentro di noi le cose vecchie dalle cose nuove, l'uomo vecchio dall'uomo nuovo. Lasciamoci purificare e santificare da Lui- questo vuol dire, in fin dei conti «dividere »

vuol dire : sono venuto a purificare, a santificare. E poi, così purificati e santificati, lasciamoci unire da Lui in Lui, e questa sarà la nostra festa non solo della Riforma ma dell'eternità. Amen

La pietra

di Laura Lavalle

Il distratto vi inciampò sopra

Il violento la usò come proiettile

L’impresario la uso per costruire

Il contadino, stanco, la adoperò come sedile

Per i bimbi fu un giocattolo

Drummond ne fece la poesia

Davide vi uccise Golia

E Michelangelo ne fece una bella scultura.

 

In ogni caso, la differenza

Non era nella pietra, ma nell’uomo

 

Non esiste una “pietra” sul tuo cammino

Che tu non possa usare per la tua crescita.

 

(da: Red de Liturgia del CLAI)

immagine  1 diaspora

Maria

di Vera Petrosillo Velluto

 

La rivista americana Time, nel mese di Marzo dell’anno in corso, ha pubblicato un servizio sul ruolo di Maria, madre di Gesù, nella teologia e nella spiritualità protestanti.

Documenta l’autore che alcuni dei pastori e dei teologi intervistati pensano che la Riforma abbia messo in ombra Maria e auspicano che nell’ambito delle chiese protestanti le siano riconosciuti un ruolo e una dignità particolari.

L’indagine rivela come il pastore della chiesa presbiteriana di una cittadina dell’Ohio abbia ritenuto opportuno celebrare, come fa la Chiesa cattolica, il giorno dell’Annunciazione che, quest’anno, coincideva con il venerdì santo. (Come sia possibile avere la certezza della data in questione, resta da spiegare) Altri teologi, sempre protestanti, propendono per una rivalutazione della figura di Maria che, a loro dire, è stata particolarmente penalizzata dalla Riforma, mentre negli Evangeli la madre di Gesù è presentata come la prima discepola che segue il Figlio fino alla croce.

Maria, sostiene qualcuno, può essere di aiuto ai fedeli che vedono in lei la madre misericordiosa, colei che rappresenta gli aspetti femminili di Dio, che eleva la donne e conferisce loro dignità.

Il pastore di una chiesa metodista, che ha fra i suoi fedeli molti ispanici già devoti alla Madonna di Guadalupe, afferma che nella sua chiesa affluiscono più fedeli da quando ha deciso di lasciare inalterato questo culto. Egli termina sempre il suo sermone dicendo “ti saluto Maria…. Benedetta fra noi”.

Il giornalista, che riporta anche voci contrarie al ripensamento teologico protestante su Maria, conclude il servizio con l’intervista al presidente del Seminario Metodista di Evanston nell’Illinois, il quale si chiede se, in presenza di tale disorientamento teologico, non sia il caso di riguardare alla nostra dottrina e chiederci che cosa effettivamente insegniamo.

A questo punto, anche noi rischiamo di non capirci più nulla e per evitare pericolosi sincretismi è d’uopo rituffarci negli insegnamenti ricevuti, rivedere il posto che gli Evangeli e la teologia hanno dato a Maria, madre di Gesù e chiederci come si sia sviluppato nella Chiesa il culto idolatrico che le viene dedicato dal cattolicesimo.

Sappiamo che i testi biblici su Maria sono scarsi e contraddittori. Alle nozze di Cana Maria viene rimproverata dal Figlio. Quando Gesù predica alla folla, è colta dal sospetto che il Figlio non sia sano di mente e cerca di farlo tacere, ma Gesù più dei legami familiari esalta quelli del discepolato.

Maria nel Magnificat si reputa “beata”. E’ con le altre donne ai piedi della croce e Gesù, molto umanamente, affida la madre piangente alle cure di uno dei suoi discepoli.

Dopo la morte di Gesù, la ritroviamo a Gerusalemme con la comunità di Giacomo: “Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera , con le donne e con Maria madre di Gesù e con i fratelli di lui”. ( Atti 1:14 )

L’apostolo Paolo tace sulla madre di Gesù e i teologi si interrogano sul significato dell’espressione di Paolo, “nato da donna”. Che cosa ha voluto dire? che Gesù non aveva un padre? O che era stato partorito da una donna, così come avviene per tutti i nascituri?

Ora chiediamoci: come è stato possibile che, partendo dagli scarsi elementi contenuti negli Evangeli, ”l’umile ancella” del Magnificat sia assurta a co-redentrice di Cristo e mediatrice del Figlio?. Sia stata dichiarata donna senza peccato originale, sempre vergine prima, durante e dopo il parto, e creduta assunta in cielo con corpo e anima?. Come ha potuto la Chiesa costruire su Maria un così imponente castello dottrinale?

Bisogna dire che dopo la morte di Gesù, nelle prime comunità cristiane c’era grande confusione fra i discepoli, specialmente a causa dei tanti convertiti provenienti dal mondo ellenistico, i quali portavano nel cristianesimo aspirazioni mistiche e modelli di religiosità pagana che potevano adattarsi alla nuova religione.

Molte festività e molti riti pagani divennero cristiani solo cambiandone la destinazione, così la dea Iside portata in processione

con il figlio Hor in braccio divenne Maria con il bimbetto Gesù e il rito pagano della processione continuò inalterato.

Penetrarono nel primo cristianesimo teorie filosofiche, come la gnosi, nelle quali si predicava il disprezzo della vita, l’astensione dal matrimonio, dalla carne, dal vino. L’apostolo Paolo mette in guardia Timoteo contro questa credenze che serpeggiavano nel nascente cristianesimo e che erano dominate da un profondo pessimismo sulla natura umana..

Una notevole influenza sul pensiero cristiano ebbe la filosofia neo-platonica di Plotino, un filosofo morto nel 270, il quale insegnava che l’anima tende a ricongiungersi con il suo creatore mediante il distacco dai sensi e dal mondo della materia, per cui si suggeriva il rifiuto di tutto ciò che é terreno e l’esigenza di una spiritualità interiore.

Anche Agostino, vescovo di Ippona, vissuto a metà del 4° secolo, considerato uno dei Padri della Chiesa, applicò i principi morali della filosofia neo-platonica al cristianesimo. Assertore della teoria del peccato originale, Agostino fece costruire monasteri dove esigeva dai suoi discepoli una vita casta e ascetica, da lui ritenuta preferita da Dio.

Questa evoluzione in senso pessimistico del pensiero cristiano contrasta, non solo con l’ebraismo, ma con la predicazione e la prassi di Gesù, quali ci sono state tramandate dagli Evangeli.

Nelle parole di Gesù non affiora mai l’esaltazione della vita ascetica o la necessità di separarsi dal mondo per vivere incontaminati. Al contrario, Gesù ha vissuto la sua vita operando fra la gente, fra i peccatori perché sono loro, diceva, ad aver bisogno della salvezza. Gesù non era certo un misogino se al suo seguito vi erano delle donne che lo sostenevano con i loro averi e se ha elogiato l’azione della donna che unse il suo corpo.

Un argomento che angustiava i cristiani dei primi secolo riguardava la figura di Gesù. Essi si chiedevano quale fosse stata la sua vera natura, se fosse stato vero uomo o vero Dio ed erano spesso in dissenso fra di loro.

. Nel Concilio di Nicea del 325, voluto dall’imperatore Costantino per mettere fine alle controversie che turbavano la pace dell’Impero, i vescovi convenuti stabilirono che Gesù era vero uomo e vero Dio.

Su questo ed altri argomenti si fronteggiarono due grandi Scuole teologiche, una era ad Alessandria d’Egitto e l’altra ad Antiochia, in Siria. I teologi della scuola alessandrina argomentavano che se Gesù aveva avuto natura divina, ne conseguiva che la madre di Gesù aveva tutti i titoli per essere chiamata madre di Dio e per Maria fu coniato l’appellativo di “theotòkos”, cioè genitrice di Dio.

Il presbitero Nestorio, vescovo di Costantinopoli, si oppose a questa dottrina e con decisione rifiutò l'appellativo di Theotokos, madre di Dio, per Maria, una creatura creata da Dio a cui, magari, diceva, dovrebbe spettare il titolo di "Christokos", cioè madre di Cristo. E su questo tema controverso si spaccò nuovamente la cristianità.

Sulla questione anche questa volta intervenne il potere politico. L’imperatore Teodosio II, nel 431 convocò un Concilio ad Efeso, città che aveva sostituito al culto della dea Diana quello per la Vergine Maria.

I vescovi presenti accolsero positivamente l'appellativo di Theotokos, suggerito dalla scuola alessandrina e rigettarono le tesi di Nestorio, che fu condannato all’esilio insieme ai suoi seguaci.

Da questo appellativo che, in verità, secondo l’intenzione di quel Concilio, non era stato coniato per esaltare Maria, ma per mettere l’accento sulla natura divina di Gesù, la Chiesa cattolica, di dogma in dogma, ha invece arbitrariamente innalzato Maria sull’altare. Dal V secolo in poi, la comprensione per il dolore di una madre, che vede il proprio Figlio morire sulla croce, diventa venerazione idolatrica della creatura che ha messo al mondo quel Figlio e nel rapporto madre-figlio, la madre coopera col Figlio, ne diviene mediatrice per gli esseri umani, in una parola viene sostituita al Figlio nel piano della salvezza.

Il Papa Pio XII scrisse che “è volere di Dio che non otteniamo nulla se non passando dalle mani di Maria”

II riferimento nel Credo alla verginità di Maria avvalorò le tesi che vogliono lo stato verginale il più gradito a Dio, contrapposto alla sessualità e al peccato commesso da Eva.

Ma la Chiesa cattolica andò oltre e ritenne veritiero uno scritto apocrifo del II secolo nel quale si riferisce che una donna,

incredula sulla testimonianza della levatrice dell’avvenuto parto verginale di Maria, ne constatò “de facto” la veridicità.. Una tesi fantasiosa perché, come si legge nell’Evangelo di Luca, anche Maria e Giuseppe si sottoposero al rito della purificazione dopo il parto, così come era prescritto dalla legge ebraica e minuziosamente descritto nel libro del Levitico al capitolo 12.

Il filosofo Duns Scoto, monaco domenicano, nel 1400 elaborò una teoria che voleva Maria, in quanto scelta da Dio come madre del Figlio, una persona speciale a cui era stato concesso di nascere priva del peccato originale. Questa teoria, che è circolata per alcuni secoli nella Chiesa cattolica, si è poi concretizzata nel dogma dell’Immacolata Concezione del 1854.

La Riforma non ha contestato le affermazioni del Credo Niceno e ha ritenuto legittimo il titolo di Theotokos, assegnato a Maria dagli uomini ma, rifuggendo da tutto ciò che non è fondato sulla Scrittura, ha rigettato la costruzione umana del culto idolatrico di Maria e ha ribadito che secondo la Scrittura non esiste altro Mediatore e Salvatore che Cristo Gesù.:

“ In nessun altro nome è la salvezza, è detto in Atti 14, poiché non vi è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini per il quale noi abbiamo ad essere salvati”

Oggi, tuttavia, alcuni teologi cattolici (una piccola minoranza, in verità) intendono il concepimento verginale di Maria non in senso biologico, ma teologico e la questione è aperta anche in casa protestante.

E per le donne, risponde a verità l’ipotesi che il ruolo che la Chiesa ha assegnato a Maria ha favorito le donne, le ha rivalutate, le ha considerate esseri umani dotati di anima, della qual cosa dubitavano Tommaso d’Aquino e altri Padri della Chiesa? O piuttosto, il confronto con un essere verginale, esente dalla corruzione della carne, non contaminato dal piacere dei sensi, non rende tutte le donne delle potenziali peccatrici?. Mentre Maria è la porta del cielo, le donne, secondo Tertulliano, sono ” la porta del diavolo”, create, diceva Tommaso d’Aquino, soltanto a motivo del concepimento.

Per secoli, le donne sono state subordinate al maschio, private dei diritti umani, umiliate da una teologia e da una cultura religiose che le hanno considerate di seconda scelta.

La Riforma protestante non ha disconosciuto il privilegio concesso a Maria di essere la madre di Gesù, ha soltanto tolto gli esseri umani dagli altari e ha ribadito il “Soli Deo Gloria”.

La Riforma ha restituito alla donna la dignità nel matrimonio, inteso come libera scelta di entrambi i coniugi e non solo per fini procreativi. Ha fatto rivivere lo spirito e la lettera della Scrittura affermando che tutti gli esseri umani sono uguali davanti a Dio e tutti egualmente bisognosi della Sua grazia.

Resta senza risposta la domanda sul perché alcuni teologi protestanti stiano ripensando la figura di Maria per introdurla nella liturgia del culto. Forse sono spinti da un male inteso spirito ecumenico, forse ritengono che il riferimento alla figura materna potrebbe renderci tutti più buoni, o forse è un modo per esprimere il pentimento per alcuni atti di intolleranza compiuti nel passato dai protestanti, come quando, ad esempio, decapitarono in Inghilterra le statue di Maria.

Maria stessa, chiamando Dio “mio Salvatore”, contesta coloro che la divinizzano sugli altari e a chi teorizza sulla figura di Maria e vorrebbe conferirle una posizione di privilegio, rispondiamo con la sobria testimonianza degli Atti degli Apostoli che Maria rendeva il suo culto a Dio insieme a tutta la comunità dei credenti.

Un appello dal Centro Culturale

“Pietro Martire Vermigli”

 

Firenze, Capodanno 2006

 

Sommario su attività, programmi, problemi:

all’attenzione dei lettori di “Diaspora”

Cari fratelli,

 

all’inizio delle attività 2005-06 il Centro Culturale Protestante “P.M.Vermigli” si rivolge a Voi con un duplice intento:da un lato presentare le iniziative in corso di attuazione o programmate per i prossimi mesi; dall’altro, sollecitare la partecipazione ed il sostegno al nostro lavoro da parte dei Membri di tutte le Comunità evangeliche dell’ area fiorentina .

 

Come già ricordato in altre circostanze, il “P.M.Vermigli” intende essere una voce evangelica e protestante nel contesto delle espressioni culturali della città. Ugualmente, il Centro Culturale é occasione di incontro e lavoro ecumenico in primo luogo tra le varie Chiese evangeliche: il “Vermigli”, infatti, non è espressione di una singola Comunità o Denominazione ma esprime una precisa vocazione interdenominazionale in ambito evangelico, oltre,naturalmente, all’ apertura nei confronti di altre confessioni religiose ed associazioni culturali.

 

Nel mese di maggio u.s.ha avuto luogo l’Assemblea ordinaria dei Soci del Centro con l’elezione del nuovo Direttivo, la cui composizione ne riflette, come sopra ricordato, il carattere interdenominazionale: sono stati eletti Olivia Bertelli (valdese), Stefano Gagliano (Assemblee di Dio in Italia), Franco Magni (Chiesa Apostolica), Roberto Pecchioli (Chiesa dei Fratelli), Marco Ricca(valdese). Come previsto dallo Statuto, il nuovo Direttivo ha proceduto alle nomine, risultate come segue :

 

Presidente : Marco Ricca

Vice-Presidente : Franco Magni

Segretaria : Olivia Bertelli

 

A fianco del Direttivo è previsto un Consiglio allargato,con voce consultiva, di cui fanno parte i Pastori di tutte le Comunità evangeliche dell’area fiorentina, in attività di servizio o emeriti ; inoltre: Raffaele Battista, Paolo Bagnoli,Walter Balzano, Giovanni Borelli, Ignazio Davide Buttitta, Christian Holtz, Raffaele Florio, Eliseo Longo, Pasquale Iacobino, Cola Rienzo Mannucci, Roberto Davide Papini,Giorgio Spini, Roberto Vacca.

Il Consiglio viene convocato sempre, in seduta congiunta con il Direttivo, per l’impostazione del programma annuale di attività e,eccezionalmente, quando si debbano affrontare problemi o situazioni di particolare rilevanza.

 

Oltre alle iniziative propriamente nostre, abbiamo organizzato manifestazioni culturali assieme ad Amicizia ebraico-cristiana,Circolo di Cultura Politica “Fratelli Rosselli”, Istituto Gramsci Toscano,ed operiamo sempre in stretta collaborazione con la Libreria Claudiana.


L’attività 2005-06 è iniziata con l’incontro su “ Laicità e Laicismo nel dibattito culturale contemporaneo “ con relazione del filosofo Sergio Moravia; interventi preordinati di esponenti del mondo agnostico-ateo, buddista, cattolico, ebraico, musulmano,protestante; introduzione e conduzione a cura di Loretta Montemaggi e Marco Ricca; conclusioni di Valdo Spini.

A fine di novembre abbiamo organizzato con la Libreria Claudiana la giornata celebrativa dei 150 anni di vita della Editrice Claudiana con relazioni di Alfredo Jacopozzi e Carlo Papini; conduzione di Christian Holtz.

Grazie all’impegno di Giovanni Borelli che è stato nel contempo organizzatore e relatore, abbiamo collaborato con il Liceo scientifico “Giotto Ulivi”di Borgo San Lorenzo ad una importante iniziativa culturale sul tema delle “Grandi Religioni Monoteiste”,tenutasi a metà dicembre.

A gennaio inizierà un ciclo di 5 conferenze sull’Etica, la prima delle quali sarà tenuta da Mario Affuso.

Per la settimana della libertà avremo una giornata dedicata alle Pasque Piemontesi, con conferenza storica ed una rappresentazione teatrale.

Complessivamente, per il periodo novembre-giugno prevediamo 14 incontri culturali (conferenze, presentazione libri).

A fronte di questa attività impegnativa ed onerosa, ci troviamo in serie difficoltà economiche in quanto le quote dei Soci coprono solo una piccola parte delle spese di tipografia, postali, ospitalità,rimborso viaggi relatori, telefono ecc..

Abbiamo quindi bisogno, oltre che del sostegno spirituale, anche di quello economico da parte di tutti i fratelli delle nostre Comunità e di quanti , comunque, condividono il nostro impegno.

Questo aiuto è indispensabile perché il Centro possa proseguire nel suo lavoro: aiuto che pertanto sollecitiamo, fraternamente,senza reticenze, in quanto crediamo nell’utilità del “P.M.Vermigli”e, ugualmente, confidiamo nella vostra solidarietà e generosità.

Grato per l’attenzione e per l’aiuto che ci potrete dare,mi è gradito porgere, a nome del Centro, i nostri migliori auguri per un 2006 sereno e benedetto

Marco Ricca, Presidente

 

Per i contributi può essere utilizzato il ccp Banco Posta n° 25072/47582309 di Firenze, intestato a Centro Culturale Protestante “P.M.Vermigli”-Firenze.

Diversamente, ci si può rivolgere alla sig.ra Riccarda Nardini,Centro Culturale Protestante,via Manzoni 21, Firenze,tel.055-2346933.

 

Il Padre Nostro a puntate

di Elsa Woods

“Non indurci in tentazione”

La tentazione sappiamo tutti cosa è, anche se siamo sempre meno pronti a guardare le nostre tentazioni in faccia invece di quelle degli altri. Siamo sempre tentati di non prestare attenzione alle nostre tentazioni!

Sul soggetto delle tentazioni ho letto che Lutero divideva le tentazioni in due gruppi: quelle di sinistra e quelle di destra. Quelle di sinistra sono quelle che ci assalgono quando ci troviamo in situazioni di sofferenza, come la malattia o la povertà, che causano reazioni di rabbia, odio, durezza o impazienza in noi. Poi ci sono quelle di destra, più sottili, che si presentano mascherate di frutti buoni, come il desiderio di fare il bene, di essere umili o lo zelo per la chiesa o l’evangelizzazione. Queste possono portarci all’orgoglio, all’invidia, alla mancanza d’amore, all’intolleranza, all’ipocrisia, alle smanie di potere e autorità. José Martinez (l’autore di Abbà-Padre) dice giustamente che sono le tentazioni che più spesso sono presenti nell’ambito della comunità cristiana. E siccome siamo qui in una comunità cristiana dovremmo pregare più frequentemente: “non indurci in questo tipo di tentazione, Signore!”

Non dimentichiamoci che il libro di Giobbe è una bella illustrazione di come i teologi che più difendono con zelo la sana dottrina di ogni epoca possono arrivare ad un’intolleranza e mancanza d’amore, che sono completamente fuori delle vie di Dio.

Le tentazioni sono prove, che sono state descritte in mille modi nella Parola: da Adamo a Gesù e da Gesù all’Apocalisse. E se vogliamo superare una prova di maturità o qualsiasi altro esame è bene studiare la materia. Se voglio andare avanti nella vita cristiana è bene studiare la materia per superare la prova; devo studiarmi ben bene dove altri hanno fallito o vinto nella lunga

storia dell’uomo con il suo Dio e come quell’unico Figlio dell’Uomo ha superato la prova finale. E poi?…

E poi mi accorgerò di non essere pronta per la prova! Un po’ come ogni scienziato dopo tanto studio, se è onesto, si accorgerà di non sapere nulla. E a volte mi viene un po’ di panico d’esame che mi fa dire. “no, non sono pronta, non posso dare quell’esame!” E grido: “Non indurmi in tentazione, Signore! Tu lo sai bene come sono debole. Ricordati che sono stata fatta di polvere, come dice Davide nel Salmo 103”.

E come risponde Dio a questo grido? Mi fa ricordare i mille incoraggiamenti della sua Parola. “Dio non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze”, dice Paolo. E anche se devo ammettere che gli credo solo a metà, mi dà lo stesso un po’ più di coraggio. Forse mi dà ancora più coraggio il fatto che voglio credere che Gesù , che è stato tentato lui stesso fino all’estremo, intercede ancora per me, come faceva prima della tentazione di Pietro, dicendo: “ho pregato per te, che la tua fede non venga meno”.

E poi mi dà coraggio la promessa del Paracleto, promessa che vale anche per me, che lo Spirito mi starà accanto, nella prova piccola di ogni giorno e nella prova grande ogni tanto.

“”Non indurci in tentazione”. Non devo farmi venire problemi teologici pensando a un dio sadico, che spinge i suoi figli verso il male. Assolutamente no! Ma devo solo rendermi conto della realtà che siamo in guerra. Siamo nell’esercito di Dio contro le forze del male. La guerra in sé è la cosa migliore per formare soldati forti, coraggiosi e affidabili, ma soldati così saranno anche abbastanza saggi ed umili per chiedere al generale di non metterli in posizioni di eccessivo pericolo, dove rischiano di essere ammazzati troppo presto. Per questo mi sento libera di pregare come Gesù mi ha insegnato: “non indurci in tentazione” non perché credo in un Dio che dovrei trattenere da cattive intenzioni, ma solo perché vorrei ricordargli, ed anche ricordare a me stessa, che sono fatta di polvere e molto debole, anche spiritualmente parlando.


SCUSATEMI, SE POTETE!
Mario Affuso

 

Un interrogativo mi accompagna: Come far capire che si vuole solo annotare e non ‘polemizzare’? E' domanda annosa che mi resta senza risposta. Tuttavia, senza verun intento polemico e senza indulgere a retorica alcuna (ed a possibile vignettistica), non posso non trattenermi dall’annotare quanto mi si impone dalla lettura dell’articolo a firma di Gianluca Barbanotti, «Valdesi e mondo evangelico, dove e come guardare» pubblicato su Diaspora Evangelica del dicembre 2005, pp. 14-16.

E' senz’altro uno scritto portato al di sopra delle righe da un entusiasmo da neofiti; una genesi emotiva che può tirare brutti scherzi.

Il Barbanotti scrive in relazione allo scorso e recente Culto della Riforma del 16 ottobre 2005: «Del culto della Riforma mi rimane il ricordo del pastore (…) che con la sua toga, con molta naturalezza ed allegria, battendo le mani e movendo ritmicamente le braccia, cerca di tener dietro (sic!) alla danza proposta da un gruppo di canto… Ci sono segnali, finalmente in Europa (si era a Firenze e non a Strasburgo!), di interesse spirituale. (…) E' una novità, una buona notizia, potremmo dire un segno dell’azione dello Spirito santo».

E' fin troppo facile ritenere che il «battere le mani» e il «movimento ritmico delle braccia» - e il Signore ci liberi da quant’altro accade nelle chiese del «mondo evangelico» (vedi il titolo dell’articolo!) – sia pur da parte di uno dei maggiori esponenti della realtà riformata, siano «segnale di interesse spirituale», - ma non sono in corso da alcuni anni dialoghi tra Valdesi e Pentecostali? -quindi «segno dell’azione dello Spirito santo». Tutto questo mi è motivo di profondo sconforto se si pensa solo per un istante che si tratta di una consuetudine liturgica (ahimè!) soprattutto, ma non solo, di assemblee e gruppi il cui statuto dottrinale poggia sulla cosiddetta esperienza del «battesimo dello Spirito». Già questa espressione, coniata a suo tempo da un collaboratore di Giovanni Wesley, andrebbe rivista, anche se ha ormai una tradizione pressoché intangibile di oltre cento anni di storia prettamente pentecostale.

I segni della presenza dello Spirito santo e della Sua azione sono di tutt’altra natura; di certo non privi di gioia, ma senz’altro più rispondenti alle finalità che lo Spirito stesso intende perseguire con la Sua effusione (tale è l’espressione corretta!) nella vita dei credenti.

I fenomeni di risonanza di massa artificiosamente provocati possono catturare anche «persone equilibrate che non hanno problemi psicologici». Gli equilibri, per la loro stessa natura, sono sempre instabili, occorre perciò fare molta attenzione perché non sempre vengono predisposte, come nei circhi, apposite reti di protezione.

Da pentecostale (riformato) inviterei ad una maggiore attenzione nel trattare questioni di spiritualità e nel riferirci alla presenza attiva dello Spirito santo; soprattutto se si pensa all’indolente ‘silenzio pneumatologico’ che persiste negli ambienti cristiani (cattolici – ai quali però si deve parecchio per l’anno dedicato allo Spirito, il 1998 protestanti, evangelici e, sì, persino, pentecostali), silenzio che, nell’àmbito di queste riflessioni, lede la dignità dello Spirito di Dio, che l’apostolo Paolo invita a «non contristare» (Ef 4:30). Non depone mai bene rallegrarsi «con molta allegria» su materia per la quale Altri – lo Spirito nel nostro caso – soffre!

*

Una discordanza. Nell’articolo segnalato si fa sapere che al Culto della Riforma sono stati «presenti centinaia di sorelle e fratelli», mentre dal verbale della seduta del Consiglio dei pastori del 14 dicembre apprendiamo che «il culto della riforma ha messo in luce che le comunità fiorentine non sono numerose».

 

Nota della Redazione: Non si può parlare delle cose che non si è vissute, ed è certamente un peccato non averle vissute insieme, visto che dovevano essere le cose dello Spirito che ci accomuna. Per quanto riguarda i numeri, mancavano all’occasione di questa Festa della Riforma le chiese metodista, battista e apostolica di Firenze, o erano rappresentate da pochissime persone (da qui la battuta sulle comunità fiorentine “poco numerose”); ciononostante, la chiesa di Via Micheli era strapiena e lo è rimasta fino alle 13,15. Prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare che vuol dire...

Soffia forte, Spirito Divino

 

 

Soffia, soffia forte, Spirito Divino

Vieni su di noi con tutto il tuo vigore

Pianta semi di vita abbondante

E falli germogliare per tutta la creazione.

 

Soffia, soffia forte, Spirito Divino

Muovi le nostre esistenze con fuoco e valore

Dandoci coraggio per gridare più forte

La Parola della vita che provoca l’azione.

 

Soffia, soffia forte, Spirito Divino

Fa che porti frutto il dono dell’amore

Quello che, ben vissuto, ci porta la giustizia

E genera in noi comunione e pace.

 

(canzone da Red de Liturgia, parole di Maria Ines Simeone

Musica di Horacio Vivares)

 

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La Claudiana segnala:

 

I GRANDI RACCONTI BIBLICI

NARRATI DA MARIA GIRARDET E THOMAS SOGGIN

CON ACQUERELLI DI SILVIA GASTALDI

 

Freschezza narrativa, acutezza didattica e illustrazioni deliziose: un libro bellissimo (Gianfranco Ravasi).   Una Bibbia per bambini? Un riassunto del testo biblico adattato ai più piccoli? Non ci sembra.

Quando l’anziano nonno Caino narra la sua tragica storia a un nipotino o quando i dialoghi tra gli schiavi ebrei in Egitto fanno rivivere l’oppressione del popolo o ancora quando il canto delle donne ne sottolinea la liberazione, ci troviamo piuttosto di fronte a racconti che – con l’aiuto di splendide, evocative illustrazioni – catturano e trascinano i giovani lettori all’interno della storia biblica.

Una vivida narrazione dell’Antico Testamento, dalla creazione all’esilio in Babilonia, e del Nuovo, dalla nascita di Gesù agli esordi della chiesa primitiva, un libro per i ragazzi che amano leggere da soli e uno strumento per avvicinare i più piccoli al fascino della Bibbia.

Presentano il volume – a bambini, genitori e nonni – le lettere introduttive di due eminenti biblisti, il Prof. Paolo Ricca e Mons. Gianfranco Ravasi.

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LA GIUSTIFICAZIONE, OGGI E NELLA STORIA

Fulvio Ferrario e William Jourdan, Per grazia soltanto. L'annuncio della giustificazione "Piccola Collana Moderna - Serie teologica" n. 14 - pp. 128 - euro 6,00

Nelle sue diverse espressioni la Riforma protestante ha individuato, quale centro comune del proprio discorso, l'annuncio appassionato della grazia di Dio.

Per esprimerlo ha utilizzato in modo prevalente il linguaggio di Paolo, che parla di giustificazione per fede. Come nel Nuovo Testamento, come in Agostino, l'annuncio della giustificazione è tornato a essere grido di libertà nonché di battaglia. Il libro esamina il significato di questa categoria nella storia e nell'attualità senza dimenticare le obiezioni e le critiche mosse alla dottrina della giustificazione e alla centralità attribuitale dal protestantesimo proponendone una lettura nel quadro spirituale di questo inizio di millennio.

 

RITRATTO DEL PROFETA ELIA IN I E II RE



Giorgio Tourn, Elia"

Piccola Collana Moderna - Serie biblica " n. 116 - pp. 156 - euro 9,50

Personaggio tra i più noti della Bibbia, Elia è l'uomo delle svolte radicali. Oltre a combattere per la fedeltà al Dio dei padri aprendo la strada al monoteismo, trasforma radicalmente la figura del profeta, che con lui entra nella storia dell'umanità. Il profeta diventa il messaggero, l'interprete della Parola di Dio in una situazione storica concreta; la sua parola difende gli oppressi, denuncia, smitizza, rivendicando la libertà e la sovranità del Divino in un mondo dominato dalla presunta sacralità del monarca.

Dopo Elia nessun potere potrà più pretendere obbedienza acritica e incondizionata. Nell'indipendenza di Elia, l'opinione pubblica moderna può vedere una propria prefigurazione.

TRA MEMORIA E OBLIO: ROMANZO SU UN MONDO CHE MUORE

Giorgio Tourn, Salvare Cesarina.

Il libro impossibile "Collana del Centro Culturale Valdese" - pp. 200 - euro 13,50 «Era una giornata di tardo autunno nell'immediato dopoguerra. Lui era salito al paese per il funerale di una prozia, magna Cesarina. Era di primo pomeriggio con il sole ancora caldo, ma ad un certo momento la luce si ridusse progressivamente, divenne un chiarore sempre più tenue e poi fu notte. E quel tramontare lento, progressivo del sole gli parve immagine del destino di Cesarina. Col passare del tempo il ricordo di lei si sarebbe spento e un giorno nessuno avrebbe più saputo nulla riguardo a lei; si sarebbe ridotta a non essere che un nome, solo più un nome, per breve tempo, e poi nemmeno quello, il nulla. E subito un pensiero si impadronì di lui: bisognava salvare Cesarina, e il suo mondo, il paese, le strade, i prati e il cielo, salvarli dalla notte e dal silenzio, sottrarli tutti alla morte».

Giorgio Tourn, storico, pastore valdese ed ex presidente della Società di studi valdesi e del Centro culturale valdese di Torre Pellice, ha pubblicato numerosi romanzi e opere sulla storia e la cultura valdese.

 

PACE E GIUSTIZIA SECONDO I "PROFETI MINORI"

James Limburg, I dodici profeti. Parte prima: Osea Gioele Amos Abdia GionaMichea "Strumenti - Commentari" n. 23 - pp. 302 - euro 24,50 Il commentario di James Limburg propone un'interpretazione dei primi sei libri della raccolta dei cosiddetti "profeti minori" - Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona e Michea - che, collocandoli nel contesto d'origine, ne sottolinea al contempo l'attualità per il mondo contemporaneo. Evidenziandone le tematiche principali - pace e giustizia, Messia e missione del credente, amore e perdono -, Limburg propone una riflessione sul valore e la portata della parola di Dio in un mondo lacerato e inquieto. Lontani da noi migliaia di anni, questi antichi profeti sostennero la causa dei derelitti e il bisogno di giustizia, abbracciando la vocazione a dire la verità a prescindere dalle conseguenze.

 

CHIESA VALDESE, CAPPELLANI MILITARI E GUERRA FASCISTA

Samuele Montalbano, Ermanno Rostan, cappellano militare valdese 1940-1943

"Collana della Società di Studi Valdesi" n. 22 - pp. 188 - euro 15,00

Giovane pastore valdese, dal 1940 al 1943 Ermanno Rostan fu cappellano dell'esercito in Piemonte e nei Balcani, dove si dedicò alla cura pastorale diretta dei militari valdesi senza trascurare gli evangelici dispersi su numerosi altri fronti. Delineandone la personalità, Montalbano ricostruisce l'atteggiamento della chiesa valdese rispetto alla guerra fascista e traccia brevi ritratti dei cappellani valdesi al fronte. Completa il volume il Vade-mecum del soldato evangelico valdese, toccante scritto del pastore Oreste Peyronel, con correzioni di Giovanni Miegge, per "aiutarti a compiere il tuo dovere di soldato italiano restando fedele ai principi religiosi e morali che devono ispirare la tua vita".

 

LA CRISI DELLA PAROLA, DALLA POLITICA ALLA RELIGIONE

Filippo Gentiloni, Il silenzio della parola , prefazione di Giorio Girardet "Nostro Tempo" n. 85 - pp. 64 - euro 5,00

In ideale continuazione con il precedente Abramo contro Ulisse: un itinerario alla ricerca di Dio (Claudiana), Filippo Gentiloni abbandona le inutili, dure certezze della modernità invitandoci a riflettere sui grandi mutamenti in alcuni ambiti del nostro presente inquieto - religione, cultura, conoscenza e politica - e a seguirlo in un cammino personale e coraggioso verso una verità in fieri.
Al frastuono mediatico e pubblicitario, qui accomunati, Gentiloni
contrappone il silenzio: non tanto quello forte dei mistici o quello più debole di chi tace non avendo nulla da dire, quanto quella sorta di vuoto provvisorio in cui galleggiano parole marginali da "salvare" - "forse", "grazie", "oggi" -, tessere di un mosaico il cui disegno e valore non sono valutabili, né forse visibili, che alla fine.

Gentiloni non prova neppure a immaginare il domani: si limita a so tenerci nei primi passi all'interno di quella società precaria e instabile in cui viviamo.

 

BIOGRAFIA DI UN PADRE DELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE MODERNA


Giorgio Tourn, Giovanni Calvino. Il riformatore di Ginevra "Piccola Collana Moderna" n. 113 - pp. 104 - euro 8,50

Giovanni Calvino è stato indubbiamente una delle maggiori personalità della storia europea. L'influenza della sua predicazione e della sua teologia si è infatti estesa ben oltre l'ambito della comunità religiosa, ispirando le generazioni successive nella creazione di una società moderna fondata sulla responsabilità dei cittadini.
Trascurandolo o dimenticandolo fin dai tempi della Controriforma, la cultura italiana ha perso l'occasione di confrontarsi con un pensiero difficile ma stimolante. Una biografia sintetica ma completa del teologo ispiratore della civiltà occidentale moderna.

Giorgio Tourn, pastore valdese e storico, tra i massimi studiosi di Calvino in Italia, ha curato l'edizione italiana della Istituzione della religione cristiana, pubblicata da UTET nel 1971.

 

 

 

BIOGRAFIA INTELLETTUALE DEL TEOLOGO DI MARBURGO


Sergio Ronchi, Rudolph Bultmann. Il teologo del Dio non oggettivaile "Piccola Biblioteca Teologica" n. 67 - pp. 240 - euro 17,00
Rudolf Bultmann (1884-1976) è uno dei maggiori rappresentanti del Novecento teologico europeo. Il suo nome è legato in modo particolare al programma di demitizzazione del Nuovo Testamento e viene associato - in saggi, voci enciclopediche, dizionari, testi e manuali di filosofia - a quello di Martin Heidegger, mentre la sua opera è classificata come teologia esistenzialistica. Il volume di Sergio Ronchi - articolato in dodici capitoli e corredato da ampia bibliografia - ne ripercorre il tragitto biografico e intellettuale offrendo inoltre il riassunto puntuale delle opere principali in ordine cronologico.
Si configura quindi come un invito alla lettura e alla comprensione di una grande figura di pensatore protestante capace di parlare agli uomini e alla società del suo tempo. I rapporti con la chiesa confessante tedesca, il percorso teologico dalla teologia liberale alla teologia dell'esistenza, l'ermeneutica e i rapporti con Herrmann, Barth e Heidegger.

 

 

LOSUNGEN: UN VERSETTO BIBLICO PER OGNI GIORNO DELL'ANNO


Un giorno una parola 2006, a cura di Paolo Ricca Fuori collana - pp. 304 - euro 7,50 Le famose Losungen - passi biblici e meditazioni giornaliere -, edite dai Fratelli Moravi e tradotte in 43 lingue, sono uno strumento quotidiano di riflessione spirituale per una vasta comunità internazionale ed ecumenica di lettori.
Commenti ai versetti di autori di provenienza evangelica e cattolica.
L'edizione italiana, curata dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, è introdotta da Paolo Ricca.

 

 

LA DISCRIMINAZIONE DEL CIBO


AA. VV., Il cibo. Tra eccesso e penuria, a cura di Raffaele Florio,introduzione di Antonella Visintin "Collana della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia" - pp. 176—euro 8,50
Al punto di intersezione fra natura e cultura, il cibo - in quantità eccessiva o insufficiente, di qualità buona o cattiva - accompagna giorno dopo giorno la vita dei singoli e delle collettività.
Mentre il legame tra alimentazione e salute si fa sempre più evidente, l'accesso al cibo e all'acqua resta a un tempo privilegio e fattore di discriminazione. Nondimeno, in tutte le culture è anche legato a momenti di condivisione e comunione. Raccogliendo l'invito dell'Assemblea delle chiese europee di Graz (1997), la Commissione ambiente e globalizzazione delle Federazione delle chiese evangeliche in Italia propone di soffermarsi su questi temi in occasione della riflessione annuale sul "tempo del creato".

 

 

 

Dalla Claudiana di Firenze (tel. 055.28.28.96)

 

Anche questo Dicembre è volato via. La libreria è rimasta aperta tutti i giorni, festivi e domeniche comprese fino al 24 dicembre. Negli ultimi 10 gg prima di Natale ha osservato l'orario continuato dalle 10 alle 19:30. E' stato un periodo proficuo di vendite e di contatti. E' anche il periodo in cui la Libreria riceve i doni dai propri sostenitori

Per tutto questo proviamo un profondo senso di gratitudine: ci sentiamo “fragili resistenti” grazie alla vostra premura e vicinanza riflesso della benevolenza che il Signore va mostrando verso questa piccola Opera. Ci piace ricordare che dietro le vendite passa il significato intimo di quello che andiamo facendo.

Sono stati inviati pacchi di libri con Bibbie e opere di teologia, sono giunte ordinazioni dalla Campania alla Liguria, dalla Puglia al Veneto, e poi dalla Svizzera, dalla Francia, dagli USA.

Un lontano convento in Calabria ci ha ordinato una scatola di “Nuovo Testamento e Salmi” nella versione Nuova Riveduta. Un sacerdote ha regalato 90 piccole storie bibliche della Società Biblica alle famiglie del territorio della sua parrocchia nella provincia di Arezzo. In un'altra parrocchia toscana 20 catechisti hanno ricevuto in dono il Dizionario Biblico della Claudiana di Giovanni Miegge. Alcune famiglie della comunità ebraica di Firenze si sono scambiati libri acquistati presso la nostra Libreria come regali per la Festa di Hannukkà. La stessa cosa è successa per i regali di Natale di molte famiglie evangeliche di Firenze e della Toscana, così come tanti evangelici hanno scelto di regalare ai propri amici, colleghi di lavoro ecc. un libro acquistato presso la Libreria Claudiana.

 

 

DONAZIONI DA CHIESE E OPERE MADRINE

Anche quest'anno l'attività della Libreria è stata sostenuta dai Doni annuali che le nostre Chiese e Opere madrine ci fanno pervenire. Alla data in cui scriviamo (23 dicembre 2005) ci sono giunti i doni della Chiesa Battista e della Chiesa Valdese di Firenze, del Gignoro, del Centro Sociale Evangelico e di Casa Cares.

 

DONAZIONI PRO-COMPUTER

Si ringraziano le chiese e i singoli che stanno partecipando alla sottoscrizione volontaria a sostegno delle recenti spese sostenute dalla Libreria per l'acquisto del nuovo Computer, stampante, software, rete interna ecc.:

Giulio Vicentini(Ve)

Colette e Jurgen Kleemann (Fi)

Walter Balzano(Fi)

Chiesa Battista di Conversano (Ba)

Chiesa Battista di Firenze

Chiesa Battista di Mottola (Ta)

Chiesa Battista di Napoli via Foria

Chiesa Battista di Pistoia

Chiesa Metodista di Carrara

Chiesa Riformata Svizzera di Firenze

Chiesa Valdese di Viareggio

Anonimo (Svizzera)

(ELENCO AL 23 DICEMBRE 2005)

 

La raccolta è appena cominciata. Per chi volesse contribuire anche con una piccola offerta è possibile, oltre che a versare il dono direttamente in Libreria, effettuare un versamento postale sul

Conto Corrente Postale n° 61236998 – intestata a Claudiana Srl Libreria di Firenze

Si prega di indicare la causale DONO PRO COMPUTER.

 

CHIUSURA PER INVENTARIO: La libreria resterà chiusa da Ven 30 dicembre 2005 a mart. 3 gennaio 2006

 

“Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, IO SONO IN MEZZO A LORO” (Mt.18,20)

 

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

18-25 gennaio 2006

Programma:

Mercoledì 18 gennaio ore 18, presso la Chiesa Metodista, Via de’ Benci 9, con interventi di Petre Coman (ortodosso), Ernesto Lettieri (cattolico), Vincent Perricone (anglicano)

Giovedì 19 gennaio ore 18, presso la Chiesa cattolica Madonna della Tosse, Largo Zoli 1, con Mario Affuso (apostolico), Angelus Bishiai (copto), Marco Bontempi (cattolico), Davide Mozzato (avventista)

Lunedì 23 gennaio ore 19, presso la Chiesa Cattolica della Sacra Famiglia, Via Gioberti 33: serata giovani, animata da Serena Noceti (cattolica) e Fabio Traversari (valdese)

Martedì 24 ore 18, presso la Chiesa Anglicana di St. Mark, Via Maggio 16, con interventi di George Blatinski (ortodosso), Davide Buttitta (valdese), Timothy Verdon (cattolico)

Mercoledì 25 gennaio ore 21, presso il Convitto della Calza, Piazza della Calza 6, Tavola Rotonda con mons. Giuseppe Chiaretti (Chiesa Cattolica), rev. William Franklin (Chiesa Anglicana) p. Nicola Papadopulos (Chiesa Ortodossa Greca), past. Letizia Tomassone (Chiesa Evangelica Valdese)

 

 

 

Altre iniziative

 

Mercoledì 18 gennaio, ore 17 incontro ecumenico nella sala della Chiesa Luterana, Via de’ Bardi 20

Venerdì 20 gennaio ore 18, incontro di preghiera presso la Chiesa Battista, Borgo Ognissanti 6, con la partecipazione della Parrocchia cattolica di S. Lucia al Prato.

Domenica 22 gennaio ore 10 presso la Chiesa Cattolica di S. Lucia dei Magnoli, Via dei Bardi 18, culto con la comunità della vicina Chiesa Evangelica Luterana.

Alla stessa ora (10) Divina Liturgia presso la Chiesa ortodossa Copta, Via San Bartolo in Tuto 7, Scandicci.

Alle 10.30, Divina Liturgia, presso la Chiesa Ortodossa Romena, Costa San Giorgio.

Alle 10.30 Divina Liturgia presso la Chiesa Ortodossa Russa, Via Leone X, 8.

Sempre alle 10.30 si svolgono i culti evangelici (sempre aperti a tutti) presso le rispettive chiese.

Alle ore 18, presso la Chiesa Cattolica di S. Stefano in Pane, Via delle Panche 32, celebrazione eucaristica presieduta dal card. E. Antonelli.

Dialogo Islamico Cristiano

 

“Ebbene, IO SONO VICINO! Rispondo all’appello di chi mi chiama, quando mi invoca (Corano 2,186)

 

Giovedì 26 gennaio ore 18 presso il Centro internazionale “Giorgio La Pira”, Sala Teatina, via dei Pescioni 3, relatore Dr. Mohamed Bamoshmoosh, introduce past. Gianna Sciclone

 

 

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Dialogo Ebraico Cristiano

In collaborazione con l’Amicizia ebraico-cristiana

 

“Io sono il Dio tuo, che ti fece uscire dalla terra d’Egitto” (Esodo 20,2)

Martedì 17 gennaio, ore 18, presso il Centro Internazionale “Giorgio La Pira”, via de’ Pescioni 3, relatore: Rav Joseph Levi

“La fede ebraica fra storia, scienza e memoria; introduce mons. Timothy Verdon.

Notizie dalle chiese fiorentine

 

Dalla Chiesa Valdese

Domenica 4 dicembre abbiamo avuto il Culto della Diaconia, presieduta da numerose sorelle e fratelli che lavorano nel settore o sono membri dei comitati (ora presto si dovrà dire del Comitato unico della Diaconia Fiorentina); la predicazione è stata di Alessandro Sansone (speriamo di pubblicarla prossimamente). La colletta è stata devoluta in tutta Italia alla Casa di Riposo di Vittoria.

Domenica 18 il culto era presieduto in gran parte dai ragazzi e dalle monitrici della Scuola Domenicale, con molti racconti, canti e letture. E’ stato anche bello condividere dei dolci al termine!

Giovedì 22 abbiamo fatto una bella Festa di Natale con gli stranieri che usano con noi la nostra Chiesa della Trinità: coreani metodisti, ivoriani battisti, etiopici pentecostali e brasiliani pentecostali, anche le sorelle filippine hanno fatto un salto a trovarci. E’ stato bello cantare insieme i canti di Natale e leggere in molte lingue i testi biblici. Una sorella coreana ha cantato una romanza e il piccolo coro di giovani brasiliani ha allietato il resto della serata con musiche spirituali moderne. Splendida la cena, con tanti sapori, colori e odori diversi e cibi squisiti!

Sabato 24 diecmbre per una specie di esperimento abbiamo fatto un volantinaggio nel mercato di S. Lorenzo e vicino la stazione con un volantino natalizio di auguri e l’invito a partecipare al nostro culto di Natale. E’ stata una bella esperienza, malgrado il freddo; ha permesso di parlare con diverse persone. Abbiamo deciso di ripeterla specie in prossimità delle feste. La prossima per noi sarà il 17 febbraio, potremo annunciare la recita del gruppo teatro di Rorà, insieme al past. Giorgio Tourn, che saranno con noi l’11-12 febbraio, in ricordo delle “Pasque Piemontesi” di cui ricorreva nel 2005 il quattrocentesimo anniversario.

Il giorno di Natale, malgrado molte partenze, ha visto un buon affollamento della chiesa: la colletta e una sottoscrizione speciale per il Centro handicapati dove lavora Lidia Barbanotti ha superato i 1000 E. e verrà tenuta aperta fino all’inizio dell’anno nuovo.

Gli studi biblici riprendono dopo le feste: il 7 gennaio alle 16 in Via Manzoni , e alle 19 di lun. 9 presso una famiglia (che verrà segnalata). Il Concistoro è convocato per martedì 10 gennaio alle 18.15 in v. Manzoni.

 

 

Dalla Chiesa Battista

 

Le attività sono proseguite come da programma. Si è concluso il corso per predicatori locali: 12 incontri frequentati da una media di 21-23 persone interessate alla predicazione ma anche alla formazione sui concetti base della teologia protestante.

Domenica 27 novembre culto e predicazione sono stati curati dal fratello Pasquale Iacobino.

Grande coinvolgimento e divertimento generale per il week-end della Festa dell'Albero del 17-18 dicembre: mercatino dei bambini di autofinanziamento per la Scuola domenicale, recite di grandi e piccini, il tutto con il grande impegno di vari fratelli e sorelle (chi scrive ha paura di dimenticare qualcuno: il ringraziamento, sentito e sincero, è indirizzato a tutti coloro che hanno collaborato). Un'Agape buffet ha chiuso la festa.

Il consiglio di chiesa si è riunito il 15 dicembre 2005.

In casa Brandoli-Tonarelli si è tenuto il consueto incontro mensile di preghiera.

E' cominciata la raccolta dell'Offerta d'Amore 2005 a sostegno delle missioni battiste nel mondo. Per informazioni su modalità e finalità è a disposizione la sorella Serena Innocenti.

Il culto di Natale è stato molto partecipato e ha fatto registrare l'ammissione in comunità di 2 nuove sorelle battiste del Cameroun. Maggiori informazioni nel prossimo numero di Diaspora.

Dopo le ultime vicissitudini ospedaliere il pastore Piero Bensi è tornato a casa e migliora giorno per giorno.

 

A questo proposito il past. Volpe ci scrive: Molti mi chiedono notizie del pastore Bensi, e vorrei in poche righe dire qual è la situazione attuale. Il pastore ha subito una operazione alquanto impegnativa, non solo per l’operazione in se, ma anche per la severa cardiopatia di cui è affetto. Il periodo di degenza all’ospedale è stato lungo, ma siamo riusciti a riportarlo a casa. Ora sta lentamente riprendendosi, ha ricominciato a camminare, e siamo tutti un po’ più ottimisti.

 

FIOCCO AZZURRO

Il 26 dicembre 2006 a Milano è nato il piccolo ELIA. Auguri ai nostri carissimi Katiuska Alvarez ed Ernesto Holzalpfel.